Libri: Approfondimenti (pagina 69)
Intervista a Giulio Mozzi
... pensarci 14 volte prima di inviare a qualcuno un manoscritto e ricordarsi che, se viene dato un rifiuto, non è perché gli editori sono cattivi, ma probabilmente perché quello che è stato scritto non è bello. Ciò significa affrontare qualunque cosa con una prospettiva che ammetta il fallimento: è possibile scrivere e fallire
LeggiChi dice “Danni” dice “Dannati”!
“Dannati Danni” è il romanzo d’esordio di Vittoria A., in cui la protagonista, anche lei Vittoria, racconta con ironia e ferocia scanzonata la sua vita toccante, avventurosa, complicata. Complicata da una famiglia che definire “atipica” sarebbe un eufemismo
LeggiIntervista a Matteo Di Giulio
...La sensibilità dello scrittore, secondo me, parte dall'occhio disincantato con cui registra i fatti che vive. Ma è un occhio al tempo stesso partecipe, che rilegge, che rielabora, e che si trova automaticamente a costruire storie attorno a ciò che vede in prima persona. Non so se sia necessaria una sensibilità particolare, di sicuro occorre molta attenzione...
Leggi[75] NORVEGIA Gunnar Staalesen
Gunnar Staalesen, Satelliti della morte, Milano, Iperborea, 2009, n. 175 – “Ombre” (ed. orig.: Dødens drabanter, 2006)
LeggiRepetita e Corpi Estranei ad Alessandria
Il 29 novembre Luca Giudici ha presentato ad Alessandria, alla Libreria Fissore, le opere prime di Marilù Oliva e Paola Ronco. L'evento si è svolto in una libreria affollata, con la partecipazione di scrittori come Angelo Marenzana, Danilo Arona, che hanno deliziato il pubblico coi loro dotti interventi, Claudia Salvatori, Maria Teresa Valle e Roberto Saporito
LeggiLa calda estate dell’ispettore Capuozzo (storia infame di un’impepata di cozze)
Lui era l’ispettore Capuozzo, cinquant’anni di cui trenta con la divisa e una voglia matta di pensione
LeggiMarPiccolo ma sincero!
Carcere, nemici pubblici, vampiri e capre
Leggi046 Action Writer o Post Noir?
Scrivevo storie di spionaggio, nere, d’avventura e- ai tempi- molta cronaca sportiva legata agli sport del ring. Un collega si definiva ‘sport writer’, perciò decisi che, essendo l’azione una parte integrante del mio modo di raccontare, quell’ ‘action writer’ mi si addiceva
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