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Piazza dell’Unità, intervista a Maurizio Matrone
“Piazza dell’Unità” (Marco y Marcos, 2011) è una storia corale composta da diversi elementi − crimine, droga, sopravvivenza allo stato brado, sesso ma anche amore − e diversi personaggi, tutti riuscitissimi − italiani e cinesi, poliziotti e delinquenti, zingari, russe, marocchini col fascino di Scamarcio. L’autore li mescola sapientemente con imprevisti, traversie, un malloppone da migliaia di euro, e la lettura scorre veloce su una prosa sciolta. Ma grande protagonista del libro è la piazza citata nel titolo, epicentro di una zona più ampia che comprende parte del quartiere in questione, la Bolognina, miscela etnica multiforme apparentemente tranquilla ma dai sottofondi esplosivi. Proprio da lì ho deciso di partire con la prima domanda a Maurizio Matrone, ex- poliziotto ed ora autore a tutto tondo: romanziere, sceneggiatore, saggista.
LeggiEditoria digitale: intervista cumulativa
L’eBook e il suo mondo rappresenta un pericolo per il cartaceo o queste due editorie potranno convivere pacificamente? L’abbiamo chiesto a degli scrittori professionisti
Leggi73. Libri falsi del terzo tipo
Tre "libri falsi" legati al mondo degli alieni e alle loro invasioni. Curiosamente, due di questi tre titoli sono scritti da un personaggio interpretato dal grande caratterista Lance Henriksen
LeggiLa gabbia dei matti, intervista a Luca Rinarelli
"Il passaggio dall’indignazione alla ribellione è causato dal senso di impotenza di fronte a due ingiustizie subite. Per me questo concetto è fondamentale. L’Occidente ha inventato, tra altre innumerevoli cose, il Diritto nel senso moderno del termine, proprio per poter evitare la giustizia privata".
Leggi68. Io sono il pazzo
Malgrado sia stato spacciato per un film di case infestate, “Sola... in quella casa” cela una storia profondamente pseudobiblica, che scuote dalle fondamenta la divisione tra realtà e fiction
LeggiIl libro dell'Angelo, intervista ad Alfredo Colitto
"[La mia scrittura negli ultimi anni] Si è fatta sempre più asciutta, più essenziale. Pochi aggettivi, emozioni e sentimenti dei personaggi che vengono fuori da quello che fanno più che da quello che pensano. Aspiro a una scrittura che non si metta di mezzo nell’idillio tra il lettore e la storia, ma che lo faciliti senza farsi notare."
Leggi“L’esordiente”, intervista a Raul Montanari
Tu parti dal tuo dolore e lo fai diventare una storia, cioè crei un’intelaiatura narrativa che non coincide con la tua vita, con le tue giornate, ma dentro la quale metti le emozioni che stanno davvero nella tua vita e nelle tue giornate. In particolare quelle più intense e spesso, bisogna dirlo, quelle più negative: il dolore, la paura, la nostalgia di un passato irrecuperabile, il senso di scacco. In questo senso “fingi”: presti ai tuoi personaggi cose che ti appartengono. Questo mettere pezzi consistenti di te stesso nelle tue pagine provoca un’anormale vicinanza fra produttore e prodotto, scrittore e scrittura, che è la vera maledizione di questo lavoro
Leggi65. Psicobiblia 1
La propensione degli esperti della mente statunitensi a scrivere libri genera spesso gustosissimi pseudobiblia: eccone una piccola rassegna
Leggi64. Bestseller, la sottile arte del plagio
Questa è la storia di scrittori di successo senza più idee, che si rifugiano in una villa isolata dove scopriranno che la letteratura è solo un plagio della realtà... e viceversa
Leggi62. Pseudobiblia da citazione 2
Continua il viaggio fra i libri inventati con l’unico scopo di poterli citare a mo’ di epigrafe: è la volta di un po’ di fantascienza
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