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Antonella Beccaria
Non credo nelle otto del mattino. Però esistono. Le otto del mattino sono l'incontrovertibile prova della presenza del male nel mondo. (Gli ultimi giorni, Andrew Masterson)
LeggiLoriano Macchiavelli. Sulla nascita del poliziesco italiano
L’idea di base era che le storie affondassero nella contemporaneità del nostro mondo, della nostra società. Fino a quel momento molti autori erano costretti a rifarsi a modelli stranieri, firmare con pseudonimo e tentare imitazioni della letteratura anglosassone e francese
LeggiSchiavo(ne) dei fumetti, intervista al responsabile delle Edizioni BD
Marco Schiavone, trentasei anni, torinese, è da quattro anni responsabile di Edizioni BD e di Alta Fedeltà, società di consulenza editoriale che lavora per Disney, Guanda, Mondadori, Panini. Si è prestato con estrema disponibilità (e simpatia) a rispondere alle nostre domande...
LeggiRacconto: Flint
Un delitto perfetto doveva essere e io mi sarei liberato di un socio ingombrante e di una società in perdita
LeggiElementi di criminologia: due prospettive sul crimine organizzato nel III millennio (parte 2 di 2)
Continua la comparazione fra Illecito di Mòises Naìm e Gangster capitalism di Michael Woodiwiss. In questa seconda parte dell’intervento vedremo la prospettiva proposta dall’accademico inglese sui crimini corporativi e il loro impatto a livello mondiale dopo la caduta del Muro. In chiusura verranno riassunti i motivi per cui le due opere in questione interessano la narrativa noir
LeggiElementi di criminologia: due prospettive sul crimine organizzato nel III millennio (parte 1 di 2)
Due opere che trattano il medesimo argomento, scritte a pochi anni di distanza, arrivano a conclusioni opposte circa la realtà del crimine organizzato mondiale e i mezzi per debellarne i traffici. Comparazione e confronto fra Gangster capitalism di Michael Woodiwiss e Illecito di Moisés Naìm
LeggiLa società dell'indagine
3 su 5
di Alessandro Perissinotto
Bompiani, 2008
A mano armata: Fioravanti, i Nar e i morti che si potevano evitare
L'eversione romana della seconda metà degli anni settanta è contrassegnata da un nome: quello di Giuseppe Valerio Fioravanti, che da bambino prodigio del piccolo scherma diventa il leader nero dei Nuclei armati rivoluzionari. Giovanni Bianconi racconta della nascita e dell'escalation di questo gruppo che dall'antagonismo alla società arriva all'omicidio come strumento di dialettica bellica fino alla strage alla stazione di Bologna
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