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Andrea Carlo Cappi
Credo che molti scrittori pubblichino libri perché quello che sentono e pensano sia condiviso e possibilmente amato dal pubblico. Carenza affettiva? Probabile. Di sicuro, se il pubblico non amasse quello che scrivo, nessuno mi pubblicherebbe più e non avrebbe più senso scrivere
LeggiKathy Mallory
Era alta e indossava scarpe da corsa nere di ultima generazione, jeans firmati e una maglietta di seta. Sulle spalle del blazer di cashmere, portava un lungo soprabito nero. Il taglio dei capelli veniva da un salone della Cinquantasettesima Strada, Quinn ci avrebbe scommesso tutto il suo patrimonio. Ma non il colore perché quella straordinaria creatura era una bionda naturale, della sfumatura oro brunito
LeggiCormac McCarthy
Lo spazio occupato - L’Ovest nero di Cormac McCarthy: Non è un paese per vecchi
LeggiMichelangelo Merisi. L'Imperfetto e il suo duale
Intervista a due voci all'autore "perfetto" di "Imperfetto"
LeggiLia Volpatti
Lo scrivere è un atto di donazione, perché ogni volta dai una parte di te. E ogni volta aspetti il consenso degli altri. Ogni volta ti metti in discussione. Ogni volta è una sfida. Ma so comunque che non potrei fare altro, che non saprei fare altro e questo è il prezzo
LeggiTotentanz 2
Giallo italiano e seconda guerra mondiale - II. Gli autori contemporanei
LeggiJames Rollins. Mistero e azione
Quattro chiacchiere con l'autore definito l'erede di Clive Cussler
Leggi[7] Angelo Marenzana
Scrivere innanzitutto per se stessi, senza scimmiottare altri, e allo stesso tempo con l’umiltà di saper modificare là dove l’essere troppo se stessi rischia di diventare qualcosa di narcisistico
LeggiLino Bologna, L'assassino non è un angelo
Alla riscoperta del giallo classico
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Giallo italiano e seconda guerra mondiale - I. Gli autori degli anni Quaranta
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