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Giorgio Ballario e le indagini africane del maggiore Morosini
E' in libreria "Una donna di troppo. La seconda indagine del maggiore Aldo Morosini nell'Africa italiana" (edizioni Angolo Manzoni). Un giallo avvincente, ambientato nelle nostre colonie alla vigilia dell'invasione dell'Etiopia. Ne parliamo con l'autore, lo scrittore e giornalista torinese Giorgio Ballario
LeggiPierluigi Porazzi e le ombre
Romanzo che vede entrare Pierluigi Porazzi nella scena letteraria da un porta d’ingresso importante come quella della Marsilio(collana farfalle), “L’ombra del falco” è metafora animale di un predatore umano che terrorizza una cittadina apparentemente tranquilla del friulano. Come la sola ombra del rapace, alto nel cielo, provoca la fuga dei cuccioli o li blocca nel loro spavento di marmo, così un serial killer scardina la serenità dei locali colpendo con un modus operandi che prevede una macabra ritualità: le sue vittime sono ragazze giovani i cui corpi riportano segni di tortura prae-morteme vengono ritrovati teatralmente macabri: la cavità toracica è aperta e gli organi sono stati asportati con perizia chirurgica. L’autore ha risposto alle domande che mi son venute in mente dopo aver letto d’un fiato il suo libro.
LeggiNebbiaGialla Suzzara Noir Festival
Si è conclusa il 7 febbraio 2010 la rassegna NebbiaGialla Suzzara Noir Festival (www.nebbiagialla.it), dopo un delizioso pranzo –simposio al Cavallino Bianco e dopo conferenze, confronti tra scrittori, giornalisti e operatori del poliziesco nostrano, blogger e gruppi di lettura Anobii come i Corpifreddi. Tre giorni di dibattiti e incontri all’insegna di un universo che spazia dalla letteratura (dal giallo al noir al thriller storico) alla fiction (L’Ispettore Coliandro), ai workshop di scrittura creativa fino ai momenti all’insegna di una prelibata enogastronomia locale mai discinta dalla riflessione letteraria
LeggiAlessandra Penna e il lavoro nell’editoria
«L’editor è chi fiuta un libro quando è ancora in pagine sparse o solo un’idea nella mente di qualcuno (editor o autore che sia) e lo fa crescere insieme al suo autore nel modo migliore possibile.»
LeggiPasquale Pede svela "Le radici del noir"
Il saggio "Le radici del noir", edito dalla Fondazione Rosellini, offre una visuale generale sulla letteratura noir e ne traccia la storia nelle pubblicazioni popolari americane, il tutto attraverso un’indagine sulle sue origini letterarie e cinematografiche e attraverso un ricco apparato di illustrazioni e fotogrammi originali. Abbiamo intervistato l’autore, Pasquale Pede, romano classe 1951, da sempre appassionato di Letteratura poliziesca. Pasquale Pede ha pubblicato su riviste (Europolar, Il falcone Maltese) e ha partecipato alla redazione del "Dizionoir".
LeggiTre scrittori per uno, Bizzarro per tutti
Per l'occasione dell'uscita del numero 10 (novembre 2009) e del numero 11 (gennaio 2010) di "Cornelio - Delitti d'autore", abbiamo chiesto a tre scrittori di scrivere qualcosa su Cornelio. Ecco il risultato... Buona lettura!
LeggiAlessia dei rabdomanti
Alessia Polli e il suo lavoro di editor, le magie e le tecniche della professione ma anche gli incontri fondanti: «Quando ho iniziato a lavorare per la narrativa italiana, leggendo pile di manoscritti per Fazi, sapevo che quello era esattamente ciò che avrei voluto fare, a patto però di allenare il corpo e la mente con metodo e scrupolosità: Manuela La Ferla mi ha insegnato la disciplina, Simone Caltabellota a canalizzare l’energia, Massimiliano Governi la piena convergenza, dunque a ragionare con la pancia e a sentire con la testa»
LeggiLa tendenza thriller del noir italiano: Sarasso, Genna, De Cataldo e l'Underworld di James Ellroy
In appendice a Confine di stato Simone Sarasso mette una lunga ed elaborata lista di ringraziamenti e indebitamenti nella quale compaiono il nome di Giuseppe Genna e quello dell’immancabile maestro americano. Partendo da questo riconoscimento del giovane autore proviamo a tracciare i confini e i caratteri di questo modo di scrivere il noir: la tendenza-thriller del genere
LeggiLe avventure di Mister Noir: Caccia alla cacciatrice 5
NOTA DELL’AUTORE
Il racconto, manco a dirlo, è di pura fantasia; tuttavia, alcune cose è meglio specificarle.
La località di Misterbianco esiste, e, appena il mio amico Enzo, il libraio “notturno” di Celle Ligure con cui trascorro molte nottate estive, me ne ha parlato, non ho saputo resistere e ho mandato Mister Noir lì.
Poi, secondo un sito Internet che ho consultato, “Giuffrida”, “Puglisi”, e “Russo”, sono tra i dieci cognomi più caratteristici di Misterbianco; i personaggi, tuttavia, sono di mia totale invenzione, e nessuno di loro si ispira a persone reali.
L’unico personaggio reale che compare è Daniele che, avendomi aiutato nella descrizione del locale Il Gatto e la Volpe, gli promisi un “cameo”. Lui è veramente buono e “giocherellone” come appare nel racconto, ma la scena che lo vede protagonista è ovviamente inventata.
Alcune cose, come l’amicizia, non si possono dimenticare, e la cascina di Castelletto Ticino vuole essere un piccolo omaggio ad un grande amico d’infanzia, Luciano, che ormai, purtroppo, non vedo più da due vite: la mia e la sua
Le avventure di Mister Noir: Caccia alla cacciatrice 4
NOTA DELL’AUTORE
Il racconto, manco a dirlo, è di pura fantasia; tuttavia, alcune cose è meglio specificarle.
La località di Misterbianco esiste, e, appena il mio amico Enzo, il libraio “notturno” di Celle Ligure con cui trascorro molte nottate estive, me ne ha parlato, non ho saputo resistere e ho mandato Mister Noir lì.
Poi, secondo un sito Internet che ho consultato, “Giuffrida”, “Puglisi”, e “Russo”, sono tra i dieci cognomi più caratteristici di Misterbianco; i personaggi, tuttavia, sono di mia totale invenzione, e nessuno di loro si ispira a persone reali.
L’unico personaggio reale che compare è Daniele che, avendomi aiutato nella descrizione del locale Il Gatto e la Volpe, gli promisi un “cameo”. Lui è veramente buono e “giocherellone” come appare nel racconto, ma la scena che lo vede protagonista è ovviamente inventata.
Alcune cose, come l’amicizia, non si possono dimenticare, e la cascina di Castelletto Ticino vuole essere un piccolo omaggio ad un grande amico d’infanzia, Luciano, che ormai, purtroppo, non vedo più da due vite: la mia e la sua