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War-games, ma a morire sono sempre gli uomini
Ancora oggi, nonostante le super tecnologie e tentativi più o meno realizzati di cyber-guerra, la costante è che a morire sono sempre gli uomini, i soldati
LeggiLa mia anima è ovunque tu sia
3 su 5
di Aldo Cazzullo
Arnoldo Mondadori Editore , 2011
Elisa Guerra
Elisa Guerra, la Guerrera, portatrice di pizze a lavorare per Atef “pakistano lungimirante” con famiglia numerosetta a carico nel paese natio. A tempo perso (le vanno tutte male) giornalista pubblicista, studia criminologia, in lotta continua per un posto di lavoro sente “dileguarsi le speranze nel futuro”.
Leggi[90] NORVEGIA Karin Fossum
Karin Fossum, Al lupo, al lupo, Milano, Sperling & Kupfer, 2011, “Pandora” (ed. orig. Varsleren, 2009).
LeggiSoldati e spie. Intervista a Gino Nebiolo
1945: la guerra finisce. I vincitori si spartiscono il mondo. De Gaulle vuole un pezzo d’Italia
LeggiEcoprofughi - Migrazioni forzate di ieri, di oggi, di domani
Migrare non è peccato. Si è sempre migrato. Migrare ha fatto del bene alle specie. Donne e uomini che ne obbligano altri a migrare non va bene, sia quando avviene come conseguenza voluta di un conflitto oppressivo (guerra, schiavitù, persecuzione), sia quando avviene come conseguenza involontaria di comportamenti sociali (i cambiamenti climatici antropici), tanto più se si è coscienti dell’effetto e se proseguire i comportamenti diventa scelta consapevole che obbligherà (altri) a migrare.
(Valerio Calzolaio)
62. Pseudobiblia da citazione 2
Continua il viaggio fra i libri inventati con l’unico scopo di poterli citare a mo’ di epigrafe: è la volta di un po’ di fantascienza
LeggiIntervista a Margherita Oggero
La divisione in generi serve soprattutto a un bisogno pratico dei lettori e dei librai: capirsi più velocemente e facilmente. Se dico che voglio un giallo o un noir o un romanzo di formazione, io e il libraio sappiamo subito dove mettere mano. In verità, la distinzione fondamentale dovrebbe essere tra libri di puro intrattenimento ( le raccolte di barzellette, ad esempio) e libri che hanno un maggior spessore e maggiori ambizioni. E poi i grandi libri travalicano i generi: che cos’è Guerra e pace? Un romanzo d’amore, di guerra, un romanzo storico…
LeggiMassimo Polidoro. Il dinamismo dei concetti causali
“…Tante volte è successo che da un atto violento come una rivoluzione o una guerra sia uscita… una società migliore di quella che c'era prima.”
LeggiLa battuta perfetta: intervista a Carlo D’Amicis
La battuta perfetta (Minimum fax, 2010, pp. 364, euro 15) affronta il portato rivoluzionario e devastante della televisione sugli ultimi cinquant’anni del Novecento. Una metamorfosi che il paese ha subìto – e accettato – col beneplacito di un perbenismo ipocrita, esaltandola attraverso la metafora del piacere inteso come verbo. Un’ansia di piacere che, al di là degli aneliti tragici e fatui dei protagonisti, rivela tutto il dramma e la vuotezza di un paese che ha fatto del piccolo schermo, e del business che gli ruota attorno, il vero grande perno educativo della società. Ne abbiamo parlato con l’autore, Carlo D’Amicis, nato nel 1964. Collabora col programma Fahrenheit della terza rete radiofonica della Rai. Ha pubblicato i romanzi Piccolo Venerdì (Transeuropa, 1996), Il ferroviere e il golden gol (Transeuropa, 1998), Ho visto un re (Limina, 1999), Amor Tavor (Pequod, 2003), Escluso il cane (Minimum Fax, 2006; Gallimard 2009), La guerra dei cafoni (Minimum Fax, 2008) e il racconto lungo Maledetto nei secoli dei secoli l’amore (Manni, 2008) e La battuta perfetta (Minimum fax, 2010).
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