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Di scimmie e di dadi
Far scrivere a delle scimmie un’opera shakespeariana è come lanciar dadi con su incise delle lettere sperando di ottenere qualcosa: ecco la storia di un paradosso che ha attraversato duemila anni di storia della conoscenza
LeggiDanishka Esterhazy
La regista canadese Danishka Esterhazy ci parla del suo Black Field, un thriller dark/gotico ambientato nel 19° secolo, che ha ottenuto svariati premi e riconoscimenti dalla critica. Nel ruolo dei protagonisti Sara Canning e Mathieu Bourguet
LeggiLudlum [1] L'uomo delle cospirazioni
Quello di Robert Ludlum è un universo narrativo e cinematografico variegato, innovativo, appassionante, che val la pena di esaminare: lo faremo partendo proprio dal cinema e dalla televisione
Leggi128. La Falsa Novella 10: Masada
Un manoscritto falso che forse è vero, supportato da un libro sconosciuto attribuito ad una vera autrice di libri non sepre veritieri. Tutto questo è il manoscritto di Masada
LeggiLa vera storia di Una Fairchild
Un grande romanzo d’esordio per Marissa Burt, studiosa di sociologia, lingue antiche e teologia
Leggi127. The Kovak Box
E se la trama del vostro romanzo peggiore... divenisse realtà? Una sorprendente storia di contagi memetici in un film purtroppo non memorabile
Leggi2011. 2° classificato
Metti a terra la bimba, che ti guarda un po' delusa. Le fai una carezza. Scusa, Shareefa. Verrò qui da solo e andremo a giocare con i bambini, con gli aquiloni che volano.
LeggiThe Man with the Iron Fists
Un grande appassionato del cinema di Hong Kong parla ai lettori di ThrillerMagazine di un film tarantiniano molto atteso, figlio proprio della Golden Age marziale degli anni Settanta
LeggiIo & Bond [17] GoldenEye
In un “pacchetto” che privilegia l’azione e a volte sembra relegare la storia spionistica a mero espediente di sutura, Bond ritorna. Ed è quello che volevamo
LeggiIntervista ad Alessia Gazzola
A me la scrittura della messinese Alessia Gazzola piace molto, per diversi motivi. Mi intriga la storia di Alice Allevi, la sua spensierata ingenuità, la caparbietà, la goffaggine, a volte, nel muoversi in un contesto in cui dimostra, alla fine, grande attenzione – a riprova che la bravura non si espleta sempre nell’immediato. Mi rassicura la competenza dell’autrice – dato, questo, non abbastanza sottolineato dalla critica – nel trattare un argomento delicato come quello della medicina legale e della morte, dalla quale il personaggio subisce un inevitabile gioco di attrazione-repulsione, e in qualche modo questo fascino è compensato da un altro grande dilemma: l’infatuazione.
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