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Ecoprofughi - Migrazioni forzate di ieri, di oggi, di domani
Migrare non è peccato. Si è sempre migrato. Migrare ha fatto del bene alle specie. Donne e uomini che ne obbligano altri a migrare non va bene, sia quando avviene come conseguenza voluta di un conflitto oppressivo (guerra, schiavitù, persecuzione), sia quando avviene come conseguenza involontaria di comportamenti sociali (i cambiamenti climatici antropici), tanto più se si è coscienti dell’effetto e se proseguire i comportamenti diventa scelta consapevole che obbligherà (altri) a migrare.
(Valerio Calzolaio)
Martial Girls 4. Maggie, Shu e le altre
Dopo un periodo di relativa assenza, l’inizio del nuovo millennio vede nascere delle “donne toste” di prima categoria: non le si può considerare eroine marziali, ma sono lo stesso “martial girls” ad honorem
Leggi64. Martial Girls 3. Pink Fighter
Negli anni Novanta le “donne toste” arrivano dagli Stati Uniti ed entrano nello spietato mondo dei combattimenti clandestini: nasce così un breve ma intenso sottogenere
LeggiCineFurious: 63. Martial Girls 2. La bella, la bionda e la cattiva
Continua il viaggio fra le “donne toste” nel cinema marziale: è questa la volta di tre grandi nomi, lanciati nello stesso periodo e quasi dallo stesso film
Leggi62. Martial Girls 1. Le origini
Un piccolo speciale che ripercorre le tappe principali di un fenomeno inarrestabile: le “donne toste” nei film di arti marziali
Leggi62. Pseudobiblia da citazione 2
Continua il viaggio fra i libri inventati con l’unico scopo di poterli citare a mo’ di epigrafe: è la volta di un po’ di fantascienza
Leggi[80] Gli eroi di Segretissimo Phil Sherman
Phil Sherman non è un agente professionista, ma un semplice... americano a Parigi, un uomo sui quarant'anni, di piacevole aspetto, gusti raffinati, amante della bella vita, degli sport, del tavolo da gioco quanto del¬le belle donne
LeggiIntervista a Margherita Oggero
La divisione in generi serve soprattutto a un bisogno pratico dei lettori e dei librai: capirsi più velocemente e facilmente. Se dico che voglio un giallo o un noir o un romanzo di formazione, io e il libraio sappiamo subito dove mettere mano. In verità, la distinzione fondamentale dovrebbe essere tra libri di puro intrattenimento ( le raccolte di barzellette, ad esempio) e libri che hanno un maggior spessore e maggiori ambizioni. E poi i grandi libri travalicano i generi: che cos’è Guerra e pace? Un romanzo d’amore, di guerra, un romanzo storico…
LeggiMassimo Polidoro. Il dinamismo dei concetti causali
“…Tante volte è successo che da un atto violento come una rivoluzione o una guerra sia uscita… una società migliore di quella che c'era prima.”
LeggiLa battuta perfetta: intervista a Carlo D’Amicis
La battuta perfetta (Minimum fax, 2010, pp. 364, euro 15) affronta il portato rivoluzionario e devastante della televisione sugli ultimi cinquant’anni del Novecento. Una metamorfosi che il paese ha subìto – e accettato – col beneplacito di un perbenismo ipocrita, esaltandola attraverso la metafora del piacere inteso come verbo. Un’ansia di piacere che, al di là degli aneliti tragici e fatui dei protagonisti, rivela tutto il dramma e la vuotezza di un paese che ha fatto del piccolo schermo, e del business che gli ruota attorno, il vero grande perno educativo della società. Ne abbiamo parlato con l’autore, Carlo D’Amicis, nato nel 1964. Collabora col programma Fahrenheit della terza rete radiofonica della Rai. Ha pubblicato i romanzi Piccolo Venerdì (Transeuropa, 1996), Il ferroviere e il golden gol (Transeuropa, 1998), Ho visto un re (Limina, 1999), Amor Tavor (Pequod, 2003), Escluso il cane (Minimum Fax, 2006; Gallimard 2009), La guerra dei cafoni (Minimum Fax, 2008) e il racconto lungo Maledetto nei secoli dei secoli l’amore (Manni, 2008) e La battuta perfetta (Minimum fax, 2010).
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