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Sergio Paoli e il suo “Ladro di sogni”
Sono nato vicino al mare e ci tengo tantissimo a dirlo. Vivo in campagna e ne sono felice. Amo la musica, la pizza e considero le donne la salvezza dell’umanità...
LeggiRoberto Recchioni. Ucciderò ancora Billy the Kid
“Ucciderò ancora Billy the Kid” è un fumetto di contaminazioni horror-cowboy creato da Roberto Recchioni (sceneggiatore e inchiostratore di due episodi) e disegnato da matite illustri del panorama italiano: Riccardo Burchielli, Werther Dell’Edera, Cristiano Cucina, con le copertine di Massimo Carnevale.
Edizioni BD ha puntato nuovamente su questa icona del west, lo sceriffo Pat Garrett, insieme ad un altro intramontabile, Billy the kid, già deceduto proprio per mano di Garrett ed ora riapparso attraverso l’escamotage del “pelleossa”: il pelleossa è uno zombie, una creatura del regno dei morti che cammina tra cowboys e indiani, famelico, vampiresco (con un suo morso qualsiasi umano diventa pelleossa), più imperfetto di quanto lo fosse stato da vivo. Billy the kid è un pelleossa atipico perché mantiene la sua capacità di controllo delle situazioni e prosegue la sua lotta contro Garrett.
Dentro a questa sfida si staglia l’immagine bellissima e corposa di Charlotte, l’anello tra l’amore e la morte, la donna che, coi suoi baci alla francese, induce gli uomini a violenze, tenerezze e giuramenti
Libri gialli, anni di piombo: una nuova rubrica
La rubrica “Libri gialli, anni di piombo” nasce proprio dall’esigenza di fare il punto della situazione su questo tema così vivo. Sarà uno spazio aperto, messo a disposizione di chi vorrà parlare di tutto questo, perché crediamo nell’importanza del testo come occasione di riflessione. Ma, soprattutto, riteniamo che un racconto, una recensione, un articolo contribuiscano a mantenere desti l’attenzione, il ricordo, il desiderio di verità
LeggiMassimo Mongai. Lo scrittore dal vivo
Scrivere un romanzo giallo insieme a uno scrittore professionista, dal vivo: uno spettacolo che è un corso, un corso che è uno spettacolo
LeggiPiergiorgio Di Cara
La scrittura è una dolce schiavitù. di norma, non sapendo come si svolgerà la storia che scrivo, a parte una vaga idea del punto di partenza e di quello di arrivo, mi lascio guidare dalle mani, dai personaggi, lascio che siano loro a determinare la mia scrittura, mi abbandono al gesto della scrittura, alla magia di dita che corrono sui tasti. all'entusiasmo che provo nel comprendere che quello che mi sembra un caso in realtà faceva parte di una storia che esisteva in me e che io non conoscevo. vivo di visioni
LeggiPaolo Grugni
In teoria si può vivere di scrittura. Ma necessitano molti appoggi, la qualità del libro ha poco a che fare. Io ancora non ci vivo, ma ce la farò
LeggiElvis è vivo!
4 su 5
di Massimo Polidoro
Edizioni Piemme, 2006