Un giallo classico scritto da un appassionato e cultore di Sherlock Holmes. Enrico Solito è superlativo nello scrivere apocrifi del famoso detective, è molto conosciuto e apprezzato per questo. Ma è soprattutto un bravo scrittore e ha scritto anche gialli che non hanno Holmes come protagonista. Ricordiamo per esempio All'ombra del pino, un giallo di buona fattura ambientato nel periodo dell'Italia risorgimentale. 

Nel racconto che vi presentiamo c'è lo sviluppo di un'indagine che cita anche il famoso detective e il protagonista ne segue in qualche modo le gesta. In fondo l'avvocato Morosini cerca di applicare gli stessi metodi del grande Detective, ama la lettura e legge delle sue gesta deduttive cercando poi di applicarle.

Ma ci sono anche delle venature noir in questo racconto. E se non è nel tipo di indagine che le possiamo trovare, è nel personaggio e nell'ambientazione che vanno ricercate queste leggere pennellate.

Sono gli anni delle lotte per il pane, le lotte dei proletari, dei contadini, contro uno Stato oppressore, lotte che purtroppo sfoceranno nella repressione più cruda sotto le cannonate del generale Bava Beccaris a Milano.

Sono gli anni degli anarchici che attaccano lo Stato despota e repressivo.

La figura dell'avvocato in questo racconto è una figura che starebbe molto bene in un noir. Socialista, repubblicano, libero pensatore, anarchico e ateo. Siamo nel 1898. Per quegli anni è una figura forte e indipendente. E' un uomo che combatte con le armi della Legge che ha studiato e che cerca di farla rispettare anche agli stessi suoi tutori che sono portati ad abusarne. 

C'è un probabile innocente, un povero contadino in balia degli eventi, colpevole di aver urlato la sua fame, che sta per essere giustiziato dallo Stato che non ha nessuna intenzione di capire o approfondire, che dà per scontato che chi si ribella è da reprimere.

Per il resto... buona lettura.

Perché prima di tutto è un buon racconto e lo stare a disquisire sulle sfumature del genere al suo interno è qualcosa che viene sicuramente dopo il piacere della lettura. E a leggere un racconto ben scritto di piacere se ne prova, eccome. Come ad ascoltare le note di un violino suonato con maestria.

(Mauro Smocovich)