Il mare della Liguria e della Costa Azzurra e le montagne alpine, un luogo fatto di tradizioni e ricordi, storie cittadine e lugubri intrecci. Lì… nel pieno del vallone di Giosolette si erge una croce, tristemente piantata in un costone di roccia, per ricordare una storia che si perde nella leggenda e si intreccia alla vita stessa della cittadina, una storia di morte e mistero, omicidio e vendetta.
Domenico Clerico nel suo nuovo romanzo La Croce sbagliata, da poco pubblicato dalla Robin edizioni, nella splendida collana I Luoghi del delitto, ci narra questa intricata vicenda, la quale, ambientata dall’autore alla fine degli anni trenta, è anche l’occasione per descrivere e analizzare una società sull’orlo dell’abisso della seconda guerra mondiale. Una società fatta di frequenti contraddizioni e sporadiche certezze, ingenui slanci e recondite paure.
La misteriosa morte di un guardiacaccia è la vicenda su cui si trovano ad indagare i due splendidi personaggi creati da Clerico, vale a dire il maresciallo dei carabinieri Giulio Alberti, quarantacinquenne dal viso forte e deciso e l’ispettore di polizia Luigi Grosso, trentenne tenace e austero. E proprio l’intrecciarsi dell’agire di questi due uomini così diversi e così simili, da alla storia un brio e una freschezza invidiabili.
La scrittura di Clerico è fluida ed evocativa. L’autore descrive attento e affezionato paesaggi, luoghi, persone. La natura delle sue terre prende vita e sostanza nelle sue parole, gli uomini e le donne si muovono reali e concreti attraverso le pagine del suo romanzo. I dialoghi sono freschi ed accattivante e contribuiscono alla felice struttura narrativa di tutto il romanzo.
Un romanzo che con grande facilità e splendida riuscita ci trasporta in un altro tempo, in altri luoghi, lasciando libero spazio a fantasia, estro e soprattutto amore per la propria terra.
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