La sparizione di 28 grammi di hashish è la goccia che fa traboccare le disavventure di Daniel, ventiquattro anni e una radicata devozione ad hashish, erba e LSD. Per affrontare questo tema trattato poco e male dai nostri mezzi di comunicazione, l’autore è partito da qualcosa che percepiva molto vicino. Ha deciso d'inserire la droga come sfondo (e collante) del romanzo come scelta più che consapevole. Consapevole nel senso che era conscio di quanto l'argomento “stupefacenti” fosse oscurato dai media italiani, e gli andava di parlarne in maniera trasversale, senza prendersi troppo sul serio, ma provando anche a sfruttare l'umorismo tipico del pulp. Ne è uscita così una miscela divertente, avvincente, scritta con una bella prosa fluida ma importante.
Un libro scritto con passione e affidato ai lettori, verso i quali l’autore ripone grandissima attenzione: «I lettori, sono loro a conferire valore ai libri. Se nessuno ci leggesse, noi saremmo persone che scrivono a vuoto, semplicemente per soddisfare un capriccio intellettuale. E invece, grazie a dio, ci sono i lettori, che investono il loro tempo per leggere la tua opera, amandola, odiandola, ma – prima di tutto – leggendola. E quindi, credo sia questo il vero valore di un libro: la sua capacità di farsi preferire rispetto ad altre azioni possibili. Il bravo scrittore è colui che riesce a rapire il lettore, impedendogli di uscire di casa, di farsi una passeggiata, di andare a giocare a calcetto, in palestra, eccetera, eccetera.»
Oltre ai libri – soprattutto i classici– questo giovane scrittore cuneese adora il cinema e i videogiochi. E quando gli chiediamo se crede nel valore terapeutice dei libri non ha esitazioni: «Caspita, se ci credo! Certi libri – e mi riferisco a quelli davvero belli – riescono a lenire la tua solitudine, facendoti sentire parte di un meccanismo più ampio. Se non ci fossero i libri, tutti dovrebbero accontentarsi, semplicemente, delle loro vite. E questa – almeno per qualcuno – potrebbe essere un'arma a doppio taglio. Alcuni libri hanno la capacità di trasformare la lettura – un'attività, di per sé, solitaria – in qualcosa di corale. Vivi con i personaggi, crei un legame empatico e arrivi, talvolta, a innamorarti di loro.»
ISTRUZIONI PER L’USO
Denominazione: 28 grammi dopo
Autore: Iacopo Barison, nato in provincia di Cuneo nel 1988. Studente (latitante) al MultiDams di Torino. Ho pubblicato racconti per diverse riviste letterarie e gestisco il blog “Racconti Senz'anima”. La blogosfera è sempre stata un'ottima palestra per i miei esercizi. Scritto a vent'anni, “28 Grammi Dopo” è il mio romanzo d'esordio.
Editore: Voras Edizioni, 2010
Pag. 144
Euro: 13,00
Se questo libro fosse un farmaco sarebbe:
Un blando antistaminico.
Composizione ed eccipienti:
Un ragazzo che insegue il futuro e un futuro che scappa, senza farsi prendere, con l'aggiunta di Hegel, del suo pessimismo, del destino, dello humor nero e di un pizzico di pulp.
Indicazioni terapeutiche:
Con i giusti stimoli, aiuta a prendere coscienza di quel che ci circonda.
Consigliato a tutti, benefico per:
Coloro che sono allergici a certe categorie di persone, alle pressioni di questo millennio, agli obblighi e alla morale.
Controindicazioni:
Inadatto a chi ha solide convinzioni.
Posologia, da leggersi preferibilmente:
In completa solitudine.
Effetti indesiderati:
Potrebbe convincerti che non sei speciale.
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