La collana da edicola “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali” presenta questa settimana uno dei grandi cult movies che hanno creato sia un genere (il gongfu comedy) che una star (Jackie Chan). “Drunken Master” (Jui kuen, 1978) rimane inedito in Italia per più di vent’anni, prima che nel 2003 la Columbia distribuisse anche nel nostro Paese un’ottima e costosissima edizione DVD, ma in tutto il resto del mondo rimane uno fra i migliori titoli sia del genere marziale che di quello comico-marziale. Anche se tecnicamente i film di arti marziali con forti dosi di comicità nascono con registi come Lo Mar e film come “The Spiritual Boxer” (Shen da, 1975) di Liu Chia Liang, è innegabile che questo sottogenere (che alterna gag irresistibili a combattimenti lunghi e a volte spettacolari) acquisti grandissima fama a livello mondiale grazie al “maestro ubriaco” con Jackie Chan. Il quale, però, in fondo non è che un clone... ma andiamo con ordine.
Protagonista della storia è Wong Fei-hung, medico e maestro cinese divenuto leggenda popolare e protagonista di decine e decine di film (i più famosi, in Occidente, interpretati da Jet Li). In realtà, a parte il
Durante il corso del film verrà allenato nel kung fu da un maestro molto particolare: un vecchio ubriacone interpretato dal celebre caratterista Yuen Siu-tien, padre del regista Woo-ping. Molte reali tecniche marziali verranno mostrate nella pellicola, come il kung fu dell’ubriaco (zui quan), ma anche le “Otto Divinità Ubriache”, stile creato per l’occasione dal regista e coreografo.
Da notare nel ruolo di “cattivo” Hwang Jang Lee, artista marziale coreano che ha mostrato la propria strepitosa bravura nel taekwondo in moltissimi film di genere.
Alcune curiosità. Dopo aver interpretato il Maestro Ubriaco per due volte nel ’78, Yuen Siu-tien torna a vestirne i panni l’anno successivo per il film “Dance of the Drunk Mantis”, che per l’occasione in alcuni casi viene
Il genere drunken è stato più volte ripreso nei decenni successivi da registi che volevano imitarne lo... spirito. Così abbiamo “Drunken Swordsman” (1979), “The Shaolin Drunken Monk” (1982), “Drunken Tai Chi” (1984), “The Little Drunken Masters” (1995) e molti altri.
Il vero sequel di “Drunken Master” arriva nel 1994, quando Jackie Chan torna a vestire i panni di Wong Fei-hung in “The Legend of the Drunken Master” (o “Drunken Master II”) a fianco di star come Anita Mui e Ti Lung (rispettivamente, la matrigna e il padre nella pellicola). Il terzo sequel è apocrifo, malgrado l’ottimo cast.
Nel ruolo che Jackie Chan ricopre nel 2008 per il film “L’impero proibito” (The Forbidden Kingdom) è possibile riconoscere molti rimandi al film girato trent’anni prima.
Va ricordato infine come l’iconografia del lottatore di zui quan sia entrata di prepotenza anche nel mondo dei videogiochi: da “Tekken” a “Virtua Fighter”, da “Dead or Alive” a “Mortal Kombat”, difficilmente un gioco da combattimento non ha fra i suoi personaggi un drunken master.
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