La quinta uscita della collana da edicola “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali”, presentata dalla Gazzetta dello Sport, è un film che rappresenta una grande svolta per uno dei migliori attori viventi del genere: Jet Li. Il film, “Fearless” (Huo Yuan Jia, 2006) è dall’attore considerato la summa della propria visione, sia cinematografica che filosofica, oltre che l’ultima pellicola strettamente marziale: dopo una carriera ventennale, Li con questo film decide di congedarsi dal gongfupian, il cinema di genere che gli ha dato tanto e a cui lui stesso ha dato tanto. In realtà lo si rivedrà quasi subito nelle vesti marziali per “L’impero proibito” (The Forbidden Kingdom, 2008), ma questa è un’altra storia.
Questa rubrica si è già occupata di “Fearless” in un precedente articolo inerente il maestro Huo Yuan Jia: dopo aver parlato noi del film, si è quindi scelto di sentire cosa ne pensa Jet Li in proposito.
«La storia ce l’avevo in mente da dieci anni» afferma Li in un’intervista con Rebecca Murray del sito About.com. Mentre esistono molte storie di allievi che vendicano il maestro, «nessuno ne ha mai scritto una che parlasse direttamente del maestro, così decisi di concepirne una che si incentrasse sulla mente e sul fisico. Decisi di fare questo film, di produrlo e di far sì che tutto accadesse. Ho trovato uno sceneggiatore, un regista e un coreografo e li ho messi insieme.»
“Fearless” è un film molto personale per Jet Li. «Il maestro è morto all’età di 42 anni, ed ha studiato arti marziali per tutta la sua vita. Io faccio questo film a 42 anni, almeno 35 dei quali li ho impiegati nelle arti marziali: in questo film ho semplicemente fuso insieme le due vite.»
Nello spiegare la decisione di abbandonare il genere marziale con quest’ultimo film, Li spiega che «nel Wushu ci sono molti livelli, il primo dei quali è quello del contatto fisico contro l’avversario, utilizzato da molti film di questo genere. Il secondo livello usa la conoscenza, il linguaggio, la strategia: tutto ciò che si può usare “prima” di arrivare al contatto fisico. Il terzo utilizza l’onore, la fede, l’amore per mostrarti al tuo avversario e far sì che diventi tuo amico. Ho cercato di mostrare questi tre livelli nel film: tutto ciò che io credo è in questa pellicola, per questo dico che è il mio ultimo gongfupian. Questo non vuol dire che non interpreterò più ruoli d’azione: la marzialità è molto utile per caratterizzare un personaggio.»
Chiudiamo con una curiosità. Nella prima stesura del film era prevista una parte anche per la celebre attrice Michelle Yeoh, ruolo studiato apposta per conciliare la scelta di inserire il Wushu come disciplina sportiva alle Olimpiadi di Pechino che si sarebbero svolte due anni dopo. Un reporter avrebbe chiesto alla Yeoh come mai un’arte marziale che si vede usata nei film per picchiare la gente sia stata scelta come disciplina olimpica, e l’attrice avrebbe illustrato il pensiero di Li: Wushu è l’unione degli ideogrammi "ferma” e “combatti”, è una disciplina pacifica e «già cento anni fa un maestro cinese trasformò il Wushu in uno sport»... Al che sarebbero partite le immagini di “Fearless”.
Questa ed altre scene (come quella del combattimento con il thailandese Somluck Kamsing), tagliate dalle versioni cinematografiche di tutto il mondo, sono state reinserite in un DVD “Director’s Cut”, distribuito prima ad Hong Kong nel 2007 e poi negli Stati Uniti nel 2008.
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