Lei è Direttore Editoriale della collana VerdeNero (www.verdenero.it) di Edizioni Ambiente. Cosa implica questo ruolo?

La nostra è una collana un po’ anomala tutta orientata alla denuncia sociale. Il lavoro implica quindi un costante aggiornamento sul piano delle informazioni legate all’ecomafia, uno sguardo sui temi di carattere sociale che potrebbero esser spunto per intrecci narrativi e in ultimo l’individuazione degli autori più adatti a sviluppare ciascun tema. Insomma un lavoro non proprio semplice.

Qual è il percorso formativo per arrivarci?

Il percorso formativo è l’esperienza. Per essere un buon commerciale bisogna conoscere bene gli autori, per essere un buon editoriale bisogna capire bene quanto costa un libro.

Quali sono i suoi passaggi professionali più significativi?

Nel 1994-5 ho scritto per la casa editrice Costa&Nolan “Leoncavallo 20 anni di storia autogestita”, la biografia ufficiale del c.s. milanese. Nello stesso periodo ero anche giornalista di Radio Popolare di Milano. Dopo l’uscita del libro sono entrato nel mondo editoriale, prima con Costa&Nolan, dopo con Ed. Ambiente. Sono stato per molti anni responsabile commerciale finché è nata VerdeNero e sono diventato Direttore Editoriale.

Edizioni Ambiente ha più di dieci anni di attività. Come è nata questa casa editrice, chi sono stati i pionieri, con quali mezzi è partita?

La casa editrice è indipendente e il frutto dell’esperienza e dell’entusiasmo dei suo tre fondatori: Anna Bruno Ventre, Roberto Coizet e Clara Sinigaglia. É partita con la borsa della spesa e ancora adesso è gestita in un’ottica di economia familiare che trovo intelligente e vincente. Da poche unità oggi siamo, compreso i collaboratori esterni, più di trenta eppure i nostri bilanci sono sempre impeccabili.

Quali gli intenti?

L’idea era quella, in tempi non sospetti, di iniziare ad occuparsi d’ambiente nell’ottica della sostenibilità e non più, o non solo, nella difesa dell’animale che sta per estinguersi o della foresta che sta per sparire.

Ci interessava parlare d’ambiente attraverso l’economia, la finanza, la politica, la guerra, l’immigrazione, la produzione etc. In poche parole una proposta di diversa visione del mondo.

Rispetto a questi intenti, avete ricevuto riscontri?

Se pensiamo solo che dieci anni fa la casa editrice nel suo complesso pubblicava dieci titoli l’anno e quasi tutti importati dall’estero e che oggi ne stampa più di quaranta (15 solo nella collana VerdeNero), direi che il mercato è decisamente cambiato. Il lettore oggi è alfabetizzato e inizia ad aver bisogno sempre più di informazioni. La scheda dei “Fatti” che noi inseriamo alla fine di ogni romanzo e che ti informa sull’argomento trattato dall’autore è stata dal pubblico apprezzata moltissimo.

Cosa concorre al successo di un libro? Esistono delle variabili su cui la casa editrice si misura o è tutto affidato all’imprevedibilità dei gusti dei lettori?

La riuscita di un libro dipende da milioni di variabili. Dobbiamo subito capire di quale “tipo” di editore stiamo parlando. Non possiamo paragonare le chance di successo di un libro pubblicato da un grande editore piuttosto che da un editore indipendente. Intendo dire lo stesso titolo dello stesso autore. Le capacità d’investimento nella promozione, la presenza in libreria, il riscontro massmediatico, sono tutte variabili fondamentali che prescindono dal “gusto” dei lettori. Non credo affatto che la nascita di un best seller sia il risultato del così detto tam-tam tra i lettori. É una storiella raccontata dai big. Un best seller si costruisce mettendo in campo una potenza di fuoco. Questo non vuol dire che ogni tanto capiti che un bel libro di un editore indipendente abbia successo. Ma vuol anche dire che immediatamente devi essere in grado di alimentare questo successo con investimenti spesso importanti. Quindi al 95% degli editori non rimane che curare benissimo tutti i passaggi della filiera, lavorare moltissimo sui testi, fidelizzare le librerie, instaurare un buon rapporto di fiducia con i giornalisti, sviluppare al meglio la presenza nei social network, costruire nel dettaglio una riconoscibile identità del progetto editoriale, coinvolgere gli autori e renderli protagonisti del progetto nel suo complesso, creare molti eventi dove far circolare libri ma soprattutto idee.

I titoli in catalogo sono molti, le chiediamo di darci qualche ragguaglio sulle ultime uscite.

Nella collana “noir d’ecomafia” i libri di Jack Narciso “Solo fango” che smaschera la falsa politica ambientalista della regione più “verde” d’Italia come il Trentino e intanto ci racconta la strage della Val di Stava, o Paolo Roversi che in “Pescemangiacane” ci racconta come l’ecomafia sia sbarcata sulle sponde del Lambro.

Nella collana “Romanzi” Piersandro Pallavicini indaga le difficoltà che incontra un immigrato ad integrarsi grazie alla legge Bossi-Fini oppure ci si può divertire nel leggere “Emilie. Un’ecologista in carriera” di Alice Audouin che ci svela i meccanismi della greenwashing. Infine nella collana “Inchieste” la straordinaria denuncia di Maurizio Torrealta e Emilio del Giudice che con “Il segreto delle tre pallottole” rivelano prospettive inquietanti sulle connessioni tra uso civile e militare del nucleare.

Il vostro libro più verde

“Il pozzo dei desideri” di Sabina Morandi, parla di petrolio e di una storia di amore impossibile, molto verde….

Quello più nero

Sta per uscire. “Gothica. L’Angelo della Morte” di Francesco Falconi. Affronta il tema degli Ogm in una chiave dark fantasy che ti afferra per la gola e ti porta negli abissi. Molto nero…

Quello che più scuote

“Vite spericolate” di Patrick Fogli. Trae spunto da i morti per amianto di Casale Monferrato. E’ stata una esperienza talmente forte che ci ha suggerito di approfondire l’argomento nella collana Inchieste con “Amianto. Storia di un serial killer” di Stefania Divertito.

Quello che più indigna

“Il paese di Saimir” di Valerio Varesi. L’autore è riuscite a coniugare l’abusiviso edilizio, le morti sul lavoro, il razzismo, le nuove schiavitù. Un giovane muratore immigrato rimane sotto le macerie, lavora in nero e l’appalto è truccato. Il datore di lavoro non denuncia la sua scomparsa e il giovane morirà lentamente nell’indifferenza di tutti.

Quello che fa più riflettere

“La città delle nuvole”, un’inchiesta di Carlo Vulpio sull’Ilva di Taranto. Lo scenario che viene descritto va aldilà dell’umana immaginazione e capisci che il caso Taranto potrebbe tranquillamente riprodursi in qualsiasi altra città.

Quello che ha venduto di più

“Navi a perdere” di Carlo Lucarelli, ma anche “I dannati di Malva” di Licia Troisi, autentica rivelazione.

Quello che avreste voluto pubblicare (anche un titolo impossibile)

Il dialogo tra Mauro Corona e Erri Deluca mentre scalano una montagna

Come scegliete i vostri autori?

Leggendo, leggendo e leggendo e poi abbinando temi ad autori, come su una scacchiera.

Diciamo però anche che ultimamente diversi autori si stanno proponendo con delle storie in testa. Sintomo che la collana inizia ad essere già piuttosto conosciuta.

Quanti manoscritti ricevete all’anno?

É un fenomeno piuttosto recente. Nell’ultimo anno ne avremo ricevuti circa una cinquantina.

Quanti di questi vengono pubblicati?

Abbiamo premiato solo Sabina Morandi, il manoscritto lo meritava davvero.

Date risposta comunque, anche se negativa?

Diamo risposta a chi se la merita. Intendo dire che a volte ricevi delle mail dove il mittente ti dice di leggere quello che ha scritto e arrivederci. Ecco a questi non rispondo neanche. Se il manoscritto viene presentato con garbo e educazione allora certamente rispondo anche se negativamente.

Ci saluta con una citazione da un un vostro libro?

“Il clic della macchina fotografica non è un rumore. É una mano che in silenzio prende il vuoto e rilascia il tempo”, Gian Luca favetto “Le stanze di Mogador”. É un’immagine che rispecchia il senso di VerdeNero.