Per un pelo, meno male che mi sono accorto di quei due. Mi guardavano e parlavano, parlavano. Quello alto mi puntava, ho imparato a riconoscere quello sguardo, di sicuro stava per venire a chiedermi chi sono e cosa faccio. Ora me ne vado, qui agli studi è terra bruciata, non verrò più. Tanto ormai ho saputo abbastanza da Andrea: la scuola che frequenta, che classe fa, in quale giardino va a giocare tutti i giorni, accompagnato dalla baby-sitter. Quando farò in modo di incontrarlo di nuovo - per puro caso, naturalmente - gli racconterò che Tommaso è stato escluso e come si è dispiaciuto e come il suo caro zio l'ha consolato. Dopo, dovrò inventare che si è trasferito in un'altra città, per motivi di lavoro del padre - sì, questa è una buona idea , plausibile - e quanto mi manca se no non ci sono più scuse per evitare di farglielo incontrare. Sarebbe improbabile, dato che non esiste! Sono contento, Andrea sarà il mio nuovo bambino, adesso la priorità assoluta è sapere chi sono i suoi genitori, come vive questa famiglia. La prima impressione della madre non è stata positiva e io sono abituato ad avere fiducia nel mio istinto ma non devo essere precipitoso. E' una bella sensazione, l'inizio, dopo tanti anni e tanti bambini, ancora mi emoziona...........e poi, in questa città, è la prima volta.

"Andrea, chi era quel signore?"

"C'era anche l'altro giorno, mamma, è lo zio di Tommaso, un bambino che frequenta la mia scuola, in quarta però, è più grande di me."

"Va bene.....mi raccomando, lo sai che non devi dare confidenza alle persone che non conosci, te l'ho ripetuto tante volte."

"Sì, lo so. Però, mamma, se lo incontro di nuovo, con Tommaso, posso giocare con lui? Con Tommaso, voglio dire."

"Certo che puoi. Lo zio mi è sembrato una persona perbene, è stato gentile, può darsi che li vediamo, nei prossimi giorni, se tu e Tommaso passate le ultime selezioni."

Devo stare più attento del solito a non farmi notare, è rischioso, ora che la madre conosce la mia faccia. L'altro giorno, agli studi, è arrivata all'improvviso e non ho potuto fare a meno di rivolgerle la parola, se mi fossi allontanato bruscamente avrei dato l'impressione di avere qualcosa da nascondere. Da ora in poi sorveglianza da lontano, una foto per la mia collezione l'ho già fatta, prudenza ci vuole, le persone non capiscono, pensano che io sia uno di quei pedofili schifosi che molestano i bambini. Io non molesto, io non li tocco nemmeno, i bambini, io controllo, vigilo ......se qualcuno l'avesse fatto con me, forse certe cose....brutte..... non sarebbero successe.

"Ciao, tesorino. Dammi un bacione grande. Hai giocato tanto, oggi, al giardino? A proposito, non te l'ho più chiesto, hai incontrato......come si chiama....quel tuo amichetto di quarta, Tommaso? Allo studio non l'abbiamo più visto, forse non l'hanno preso."

"No, non ce l'ha fatta, me l'ha detto lo zio, sai quel signore che hai conosciuto anche tu? Dice che ha pianto tanto."

"Peccato. L'aveva detto però, quel giorno agli studi, che il nipote non aveva il carattere adatto. Si vede che è stato onesto, non ha cercato raccomandazioni, una persona perbene, ce ne sono talmente poche, di questi tempi! Quand' è che l'hai incontrato?

"Qualche giorno fa, a scuola, era venuto a prendere Tommaso."

Non va, no, non ci siamo. Sono sei mesi che mi occupo di Andrea e della sua famiglia. Del padre, impiegato di banca, tipo abitudinario, calmo, affidabile, niente da dire. Anzi, mi sono quasi commosso quando li ho seguiti, più di una volta, allo stadio e ho notato l'affetto e l'orgoglio con cui guardava il piccolo che sventolava la bandierina della sua squadra..... e come stava attento che non prendesse freddo, sistemandogli la sciarpa e alzandogli il collo del piumino! A fine partita, non l'ha mollato un attimo, sempre per mano, in mezzo alla gente e al traffico. Non è un caso, anche in altre occasioni ho avuto modo di vedere lo stesso atteggiamento protettivo, è evidente che lo adora. Casa e lavoro, lavoro e casa, questa è la sua vita: appena ha un po' di tempo libero, è tutto per Andrea. La partita ma anche passeggiate a piedi, corse in bicicletta nel parco, quando può è lui che va a prenderlo a scuola e l'accompagna in piscina. Chiacchierano di continuo, ridono, si rincorrono, si vede che stanno bene insieme. Un bravo papà e anche un bravo marito: si fa in quattro per la moglie, a volte li vedo uscire la sera - ristorante o cinema, raramente teatro, da soli o, più spesso, con amici - e lui si comporta come un ragazzino, il braccio intorno alla vita di lei, gli occhi innamorati, le altre donne nemmeno le guarda. Promosso, con lode.