"Ha detto che la conosceva bene. Quanto bene?"

"Maresciallo, non voglio farle perdere tempo, sarò sincero: Chiara ed io ci siamo intesi subito, lei da Bologna, io da Firenze, ci sentivamo due anime in esilio in questo paese. C'è stata una storia, breve, solo sei mesi, importante, almeno per me. Mi ha lasciato lei, aveva qualcuno con cui era coinvolta in modo totale, appassionato."

"Professore, parliamoci chiaro, lei sa chi era ?"

"Sì, lo so e glielo dico. Prima, però, le faccio una preghiera. Se non ci saranno, a suo giudizio, ragioni imprescindibili, non lo renda pubblico, questo nome. Per rispetto a Chiara e anche alla famiglia di lui. Era sposato, con un figlio ed è morto tragicamente, travolto da un pirata della strada, dopo quasi un anno dalla scomparsa di Chiara. La notizia dell'incidente mi colpì, quando la sentii al telegiornale. Ho sempre pensato che la moglie non fosse al corrente del tradimento e sarebbe crudele, secondo me......."

"Capisco benissimo. Lei mi dica nome e cognome e, le garantisco, sarò il più discreto possibile. D'altra parte, dubito che, dopo tanto tempo, riusciremo a trovare degli indizi che ci portino all'assassino."

L'Eurostar è appena ripartito, corre da Roma verso Firenze. Paolo ha approfittato del lungo viaggio in treno per verificare il lavoro di un suo studente in tesi. Sospira mentre corregge innominabili errori d'italiano, imprecando mentalmente contro l'analfabetismo di ritorno.

Alza gli occhi e incrocia lo sguardo di una ragazza che, appena salita, sta sistemando il bagaglio, un volto non bello ma interessante, particolare.

" Posso aiutarla?"

" Grazie, la valigia rossa, per favore, è la più pesante. Attento, nella valigetta piccola c'è il computer.....ecco, perfetto, davvero gentile!"

" E' un piacere darle una mano. A Roma sono scesi quasi tutti, temevo di fare un viaggio solitario. Studentessa, scommetto...."

"Indovinato. Sbaglio a supporre di avere incontrato un docente al lavoro?" Ride, indicando la tesi, appoggiata sul sedile.

" Lavoro archiviato all'istante, sempre che lei abbia voglia di fare due chiacchiere."

Alla stazione di Santa Maria Novella scendono insieme: hanno fissato per domani, al Bar Giubbe Rosse, per un aperitivo.

Paolo si stira pigramente sul letto, fumando una sigaretta. E' un caldo sabato pomeriggio d'estate, l'aria condizionata rinfresca la stanza. Fuori, il sole batte sui tetti di Firenze.

Gabriella - o Mirella? - ha appena fatto la doccia ed ora, in slip e reggiseno, sta girellando per la casa. E' insopportabile questa mania femminile di guardare, toccare, curiosare.

"Per conoscerti meglio" spiega lei. Paolo non ha alcuna intenzione di rivederla e quindi non prova questa malsana aspirazione. Belle gambe, bel corpo, entusiasmo quanto se ne vuole, ma il tipo appiccicoso che, se ti si incolla, non la stacchi più.

"Guarda cosa ho trovato, nella scatoletta laccata sullo scaffale, in alto. Un orecchino d'oro, bello, uno solo, guarda che sono gelosa, di chi è?"

" E' il ricordo di un'amica di tanti anni fa. Si chiamava Chiara".