Nella città di Qasrabad quattro giovani studenti sono stati uccisi con un terribile rituale negromantico. A indagare sul delitto viene mandato l’elfo chierico Wakancha, che inizialmente si illude di poterne venire a capo con qualche ordinario incantesimo. Le magie però non funzionano: qualcuno ha disposto potentissimi contro-incantesimi. Invece di dare forfait, il chierico decide di rimanere e tentare strade nuove: per la prima volta nella sua lunga esistenza gli toccherà ragionare e usare la logica per sciogliere il mistero.
Circostanze imprevedibili e personaggi controversi, atmosfere terrificanti e oscure, avventure in mondi paralleli e dimensioni altre sono gli ingredienti dell’indagine raccontata con vivace humour da Eugenio Saguatti in Caos a Qasrabad (Alacrán edizioni, 304 pag. 19,00 euro), nelle librerie dal 25 marzo.
Complesso e completo, il genere fantasy permette allo scrittore di lasciare mano libera alla propria fantasia e al lettore di immergersi in mondi e avventure originali e avvolgenti. È un territorio pieno di insidie, ma che può dare grandi soddisfazioni a chi osa esplorarlo.
Eugenio Saguatti, supportato dalla casa editrice Alacrán, ha compiuto questo grande salto. “Caos a Qasrabad - spiega l’autore - è un fantasy nel quale ho voluto inserire elementi tipici del giallo, dell’horror e della fantascienza, convinto che nella commistione ci sia la chiave per il rinnovamento di questo genere. I recenti successi di fantasy atipici (Pan, Wunderkind, L’acchiapparatti di Tilos…) ne sono la testimonianza”.
Eugenio Saguatti vive a Bologna, dove nasce nel ’68 in piena contestazione studentesca. I fumi delle molotov ne compromettono da subito le facoltà intellettive. Fin da ragazzo non trova pace. Facile agli entusiasmi e inconcludente, sperimenta svariati mestieri, mietendo una folgorante sfilza di insuccessi: fabbro, venditore di enciclopedie, elettricista, operaio, magazziniere in un atelier di moda (per cinque giorni), giornalista (per tre anni), insegnante di grafica. Nel frattempo, di notte scrive, riuscendo perfino a vincere qualche concorso e a farsi pubblicare una cinquantina di racconti.
Per lungo tempo tenta di mettere la testa a posto e di dimenticare la scrittura. Non ci riesce. Decide allora di rimettere mano a un vecchio manoscritto accantonato e, per una volta, di provarci seriamente. Ne è uscito Caos a Qasrabad, suo primo romanzo. Attualmente sbarcatore di lunario professionista, paga i conti con lavoretti da grafico, fotografo, verniciatore di ringhiere.
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