Twin Peaks, da molti considerato il capolavoro di David Lynch, è sicuramente una pietra miliare nella storia dei serial televisivi. Per dirla con Michael Horse (Hawk Hill nella serie), la struttura innovativa di Twin Peaks ha permesso ad altre serie di vedere la luce, con esiti altrettanto soddisfacenti – X Files ne è un esempio eclatante.
Ma quali sono le caratteristiche che rendono Twin Peaks così efficace, tale da renderlo indelebilmente impresso nella memoria collettiva? Innanzitutto, l’atmosfera un po’ rétro anni cinquanta, che tende a creare una sospensione nel tempo, una sorta di bolla rarefatta e implosa in cui i personaggi sostano come stralunati, inghiottiti da enigmi nascosti e inconfessabili. La città stessa, immersa nei suoi abeti e nel fumo incombente della segheria, sembra covare sottili misteri di violenza inspiegabile.
Molti di questi misteri tendono a moltiplicarsi nel corso della prima stagione, modificando la scacchiera schierata di volta in volta dai personaggi. Perché ogni personaggio è un enigma non risolto, ed è questo un altro punto di forza della serie. A cominciare dal perno centrale della vicenda - la Laura Palmer graziosa reginetta del liceo ma insieme “invasa” da oscure presenze maligne - ciascuno sembra impersonare al contempo la vittima e il carnefice, come fosse in preda a una furia (auto)distruttiva che viene svelata a poco a poco e che è ben simboleggiata dal rogo catartico della segheria Packard.
Ma forse l’elemento che più ha destato interesse e stupore negli spettatori e nelle spettatrici è quella speciale dimensione onirica caratteristica delle produzioni più incisive di Lynch. In Twin Peaks, l’impatto evocativo del sogno è focalizzato nel personaggio di Dale Cooper, agente speciale dell’FBI ed eroe sui generis, che risolve gli enigmi attraverso le tracce lasciate dai sogni e sedimentate nell’intuizione. Celebre è, per esempio, la lezione “spirituale” di Cooper sul Tibet, che culmina nel lancio di sassi sulle bottiglie, alla ricerca di segnali che possano ricondurre al colpevole, o almeno risvegliare gli spiriti. E spiriti veri e propri sembrano le apparizioni che visitano Cooper di notte – l’uomo da un braccio solo, il nano che parla al contrario nella sconcertante stanza rossa – e di giorno – la log lady che parla con il ceppo magico, la gracula religiosa che ripete le parole di Laura, e la misteriosa frase “Fuoco cammina con me”…
Nel suo eccesso di pericolosità, il fuoco ci rimanda a un altro elemento preponderante nella prima serie, speculare e opposto alla dimensione onirica: l’estrema carnalità perversa, messa in scena da personaggi che trasudano violenza ed esemplificata dalla figura di Leo Johnson, apparente incarnazione del male resa evidente da atti come la barbara eliminazione della gracula religiosa. Attorno a Leo, una scia di accordi meschini e fatali avvolge il quartetto composto da Catherine Martell e Benjamin Horne da un lato, Josie Packard e Hank dall’altro, scomposto e ricomposto di continuo su più fronti, fino al patto di sangue che è quasi un rito, e che rimette nuovamente in discussione tutto. Come lo sparo finale, che spalanca il dubbio sulla morte.
Apprezzata sia dai fan che dai neofiti, scandita da ritmi dilatati e nello stesso tempo serrati, la prima stagione di Twin Peaks è a tutti gli effetti un’opera autoconclusiva, appagante proprio per i suoi enigmi insoluti rimasti in sospeso. In attesa della seconda parte.
I contenuti speciali del cofanetto europeo, piuttosto scarni e deludenti sul piano dei contributi critici sia da parte di Lynch che da parte di altri, presentano tuttavia delle curiose cartoline dal cast, interessanti soprattutto ai fini di una maggiore comprensione della personalità degli attori. Peccato che molti interpreti manchino all’appello: sarebbe stato per esempio molto interessante ascoltare e vedere cosa Eric Da Re avrebbe potuto dirci sul “suo” terribile e diabolico Leo Johnson. (Sacha Rosel)
Chi ha ucciso Laura Palmer? Questo slogan suonerà familiare a chi, nei primi anni novanta, è rimasto affascinato dal telefilm che più segnò quella stagione televisiva: il segreto di Twin Peaks.
A distanza di dodici anni dalla sua prima apparizione Italiana, che è avvenuta su Canale 5 nel 1991, il 26 novembre 2003 è uscito il cofanetto DVD con la prima stagione di Twin Peaks.
A differenza dell’edizione per il mercato americano, priva dell’episodio pilota, il box europeo contiene la prima stagione nella sua interezza.
Il telefilm, nato dalla collaborazione tra lo sceneggiatore Mark Frost e il regista David Lynch, narra le indagini dell’eccentrico quanto improbabile agente dell’FBI Dale Cooper, inviato a Twin Peaks, immaginaria cittadina del Nord Ovest degli Stati Uniti, in seguito al misterioso ritrovamento del cadavere della reginetta del liceo avvolto nella plastica trasparente.
I due realizzano uno sceneggiato che è un ibrido tra una soap opera e un poliziesco, anche se il prodotto che ne esce, risulata andare oltre questi generi.
Se è vero infatti che Twin Peaks conserva la struttura dei generi citati dai quali attinge personaggi, situazioni e meccanismi narrativi, allo stesso tempo fa un uso distorto dei loro codici, considerandoli come semplice griglia di riferimento all’interno della quale si può trovare di tutto e dove tutto è possibile: un agente dell'FBI che ricava indizi dai sogni e dal lancio di pietre, società segrete, fenomeni paranormali, una donna che va in giro con un ceppo di legno in braccio, uomini d’affari che elaborano le loro strategie divorando baguettes ripiene di formaggio francese e giovani che sembrano essere usciti dagli anni ‘50.
Le soluzioni visive presentate dall’interezza degli episodi risultano inedite per una serie tv. Troviamo infatti scenografie curate nei minimi particolari, una bellissima fotografia e musiche che si adattano perfettamente alle atmosfere inquietanti e stravaganti della serie. Durante la prima stagione Lynch dirige soltanto l’episodio pilota e il secondo dei restanti sette, ma nonostante ciò, si nota in tutti la sua influenza sullo stile.
Per quanto riguarda le caratteristiche dell’edizione in DVD, gli episodi, con l'eccezione del pilot, sono stati restaurati e rimasterizzati aumentando sensibilmente la definizione dell’immagine, con risultati a dir poco sorprendenti, a scapito però dei colori che non sono restituiti nella loro vera tonalità.
L’audio può contare su un ottimo e avvolgente Dolby Digital 5.1 nella versione originale, ma a causa delle limitazioni del doppiaggio la traccia in italiano è necessariamente un modesto Dolby 1.0.
L’episodio pilota invece, che ha un discreto Dolby Surround nella traccia audio in inglese, non avendo beneficiato dello stesso processo di rimasterizzazione degli altri episodi, mostra per la traccia in italiano i tipici difetti della conversione in formato digitale ma almeno conserva le tonalità di colore originali.
I menu interattivi sono gradevoli ed eleganti, anche se forse un po’ troppo elaborati, mentre la confezione è decisamente splendida e molto delicata.
L’unico neo di un prodotto altrimenti ineccepibile è costituito dall’intero disco dedicato a contenuti extra, che non sono di certo entusiasmanti.
A questo punto non resta che aspettare l’uscita della seconda stagione, ma di certo l’attesa, per quanto lunga possa essere, non scoraggerà gli appassionati di una serie che, a dodici anni dalla sua interruzione, continua a emozionare e sorprendere. (Elio Marracci)
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