Ambientato a Milano, Non ti voglio vicino è fatto da diverse storie convergenti calate nella Storia, quella grande, quella terribile che parte dallo scoppio della seconda guerra mondiale e vede più generazioni alle prese con la morte, con la povertà e la fame, poi coi grandi cambiamenti del dopoguerra e con sbarchi lunari, fino ad arrivare ai giorni nostri. In primo piano problemi interelazionali, comunicazioni distorte e i grandi motori della vita, l’amore, la rabbia, la smania individuale di sopravvivenza, e i loro echi a volte malsani a volte sublimi. Abbiamo intervistato l’autrice (Barbara Garlaschelli) sul backstage, sui significati e sulle prime risposte del pubbico
Benvenuta Barbara. “Non ti voglio vicino” è uscito da pochissimo ma già ha fatto parlare molto di sè. Secondo te qual è lo shining di questo romanzo?
Forse perché tocca temi che i lettori sentono vicini: amore, odio, amicizia, solitudine. Forse perché l'ambientazione storica (lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale) in una città come Milano che, per molti versi, è il simbolo di una metropoli che ha contenuto e contiene molti elementi contrastanti, affascina il lettore. E spero anche che il modo di raccontare questa storia che copre un lungo arco temporale, abbia contribuito a far scattare lo shining...
L'intervista integrale è in rubriche/9398
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