“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.” (legge 30 marzo 2004 n. 92)
Nel giorno in cui si ricordano le vittime delle foibe, esce il romanzo Il figlio perduto - La mia storia dalla terra d’Istria, di Diego Zandel edito da Alacrán, ispirato a un dramma realmente accaduto nella famiglia paterna dell’autore.
Il romanzo cerca di fare chiarezza su una delle pagina più oscure e controverse della recente storia Europea. Zandel, rifuggendo ogni pregiudizio e affidandosi esclusivamente alla propria onestà intellettuale e ai propri ricordi personali, fa i conti con una realtà complessa, che troppo spesso si presta a rivendicazioni, strumentalizzazioni e revisionismi che riemergono soprattutto in occasione del 10 febbraio, Giorno del Ricordo.
Al centro la vicenda tragica di una famiglia istriana: di un ragazzo, Giacomo, “venduto” dai suoi genitori; di un uomo alla ricerca disperata della propria paternità; di un mondo chiuso e superstizioso; di una donna vedova a cui nessuno perdona di essere infelice, e poi felice.
“La storia del romanzo – conferma Zandel - è ispirata a un fatto famigliare. Negli anni Trenta i miei nonni cedettero uno dei loro sette figli a un fratello di mio nonno che era senza figli. Di quella lontana storia, ambientata nella terra di origine degli Zandel, la zona mineraria intorno ad Albona e Arsia, non si era mai parlato in famiglia.” La verità su quel fratello “ceduto” e sul suo destino la ritroviamo nelle pagine di questo libro che stringe alla gola dalla prima all’ultima pagina.
Il figlio perduto - La mia storia dalla terra d’Istria, di Diego Zandel (Alacrán) - pp. 126 - € 13,50
Un romanzo “petroso”, struggente, feroce che racconta storie concrete di donne e di uomini, ci parla dei loro dolori e delle loro speranze, delle loro ansie e dei loro sogni. Ed è questo il modo migliore per non dimenticare.
Diego Zandel è nato nel 1948 nel campo profughi di Servigliano da genitori fiumani. Ha pubblicato numerosi racconti in volumi antologici, tra cui Duca Lamberti in Crociera da Garzanti (ne Il ritorno del Duca, antologia dedicata a Scerbanenco nel 2006), Il console romeno da Einaudi (nell’antologia Omissis, 2007) e Stendhal, il carbonaro da Piemme (in History&Mistery, 2007), da cui il Teatro Stabile di Trieste ha tratto uno spettacolo di successo. Altri racconti di ispirazione istrofiumana e greca pubblicati in diverse riviste e giornali sono stati raccolti nel volume Verso Est, Campanotto, 2006. È sposato con una donna di madre greca e vive tra Roma e l’isola di Kos.
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