Il protagonista dei romanzi di Gunnar Staleesen è sicuramente uno dei più originali che la letteratura nordica noir abbia mai prodotto. Si sente davvero un lupo solitario come ci indica il suo nome Varg Veum che in antico scandivo deriva dall'espressione "essere un Varg Veum", ovvero essere un lupo in un luogo santo. Varg sopravvive al di sopra del sistema sociale che lo circonda e per questo potremmo definirlo un fuorilegge come sostiene il suo creatore. Da giovane come addetto ai servizi sociali ha imparato ad ascoltare le richieste d'aiuto degli emarginati che vivono nel suo paese e una volta diventato detective si è dimostrato un individuo capace di far rispettare la giustizia costi quel che costi. Gunnar Staleesen per creare il suo eroe ha imparato molto da Raymond Chandler e da Ross MacDonald e dai modelli di Philip Marlowe e Lew Archer ma dovendo regalare a Varg Veum degli incubi ha scelto di lasciarlo in balia degli spettri di Ibsen. Dal 1977 a oggi il detective norvegese è stato protagonista di più di una ventina di romanzi e anche di alcuni fortunati film cinematografici e televisivi di grande successo.
Le piace il nome che ha scelto per lei il suo creatore? Si sente davvero un lupo solitario?
Si, penso sia un bel nome. Spesso mi sento come un lupo solitario, ma anche come un “fuorilegge”, che è del resto l’antico significato Scandinavo dell’espressione “essere un Varg Veum” (un lupo in un luogo santo).
L'intervista integrale in rubriche/9093
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