Moon di Duncan Jones (figlio di David Bowie), più che passabile ritorno ad una dimensione della fantascienza da qualche anno latitante dagli schermi. La fatidica domanda “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo” riproposta all’interno di una base lunare dove vive e lavora l’astronauta Sam Bell (Sam Rockwell): uscite quotidiane per il recupero di Elio-3 da spedire sulla Terra come forma di energia alternativa, tapis roulant per tenersi in forma e come unica compagnia il computer della base di nome Gerty, vera e propria chicca di AI.

Fin qui tutto bene. Ma siccome il lavoro di Sam è troppo importante, ecco che la Lunar Industries, la multinazionale per la quale Sam lavora, ha approntato una “serie” di cloni pronti a prendere il posto dell’originale, cloni che non mancheranno di fare la loro apparizione...

Immancabili i riferimenti a 2001:Odissea nello spazio e ovviamente Solaris (forse più il secondo che il primo…) per un film capace di scavare più nell’anima che negli occhi (le scene en plain air con i modellini fanno oramai tenerezza…) anche grazie a Sam Rockwell, in scena dall’inizio alla fine.

Avatar non è ancora uscito ed ecco apparire il suo “anti”.