Con l'ispettore William Monk…
Il fiume mortale di Anne Perry, Fanucci 2009.
Londra, anno 1864 e un freddo da cani. L'ispettore William Monk della polizia fluviale del Tamigi, durante una perlustrazione vede una coppia cadere dal ponte di Waterloo. Trattasi di Mary Havilland e Toby Argill, fidanzati e futuri sposi. Si sono suicidati o l'uno dei due voleva uccidere l'altro?
Da questo dubbio nasce l'inchiesta del suddetto Monk, ex investigatore privato, un pezzo d’uomo alto, consapevole del proprio fascino, "viso autorevole, ossa sottili, naso largo e occhi inflessibili". Risvegliatosi otto anni prima da un incedente senza memoria e raccomandato dal capo della polizia Durban, che se ne è volato in cielo, deve guadagnarsi la fiducia dei colleghi. Sposato con Hester Latterly, che gestisce un ospedale per poveri e lo aiuterà nelle indagini con una costanza e una volontà ferma e risoluta (lui la vede "ingenua, avventata, testarda, vulnerabile, appassionata, caparbia, leale e a volte sciocca, sempre sincera- troppo sincera- mai meschina"). Le indagini (minuziose e precise) porteranno a riaprire il caso del padre di Mary Havilland morto suicida in circostanze poco chiare, a cui la figlia non credeva. Per lei era stato ucciso perché aveva scoperto qualcosa di grave nei lavori lungo le gallerie sotterranee presso il fiume. Lavori pericolosi causa di smottamenti e disgrazie fra gli operai.
Il romanzo si snoda lungo una Londra triste e freddolosa con le sue povere strade di accattoni e venditori ambulanti, insieme al problema dei furti sempre più frequenti sulle barche. E Monk che se la deve vedere con se stesso e con chi, della polizia (Farnham), vuole mettergli i bastoni fra le ruote. Aiutato, già detto, dalla moglie intraprendente.
E allora viene fuori una lettera, un uomo misterioso, l'amicizia con un ragazzo di strada, il processo, il buio delle fogne, lo scontro, il fuoco, la corsa per salvarsi, il dio quattrino, l’amore e la passione imprevedibile. Insieme ai colpi di scena finali e alla Nemesi che sembra rimettere le cose al posto giusto.
Racconto plumbeo, lento. Bello ma, lasciatemelo dire, anche un po' noiosetto. E non è una contraddizione.
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