L’ultima sera della sua vita, l’anziano imprenditore Enrico Rosso entrò nel bagno degli uomini all’altezza del binario 21, nella Stazione Centrale di Milano. A un passo dagli uffici della Polizia. Il suo appuntamento in quel luogo era una scelta tutt’altro che casuale. Dopo qualche minuto sentì un rumore di passi e si voltò. “Lei? Che cosa ci fa qui?” fece in tempo a domandare.

Medina aveva l’impressione che la Glock 9mm gli bruciasse nella fondina ascellare sotto il cappotto. Agire sotto il naso della Polizia gli sembrava troppo rischioso; anche se quelle erano le richieste del cliente; anche se era stato pagato profumatamente e in anticipo. Aveva proseguito oltre e si era acceso una Gauloise.

Le istruzioni erano precise: avrebbe dovuto colpire quando avesse visto entrare il bersaglio alla Stazione Centrale. Ma non aveva messo in conto che il luogo dell’esecuzione potesse essere così rischioso. E se un poliziotto fosse entrato proprio mentre lui premeva il grilletto?

Si era appoggiato alla parete, sotto una delle varie targhe commemorative che punteggiavano quella zona della stazione, cercando di non farsi notare. Aveva intravisto entrare nel bagno un vecchietto zoppicante e un giovane nordafricano, entrambi usciti di lì a qualche minuto. Poco dopo, come volevasi dimostrare, nei gabinetti fece il suo ingresso un poliziotto in divisa. L’agente uscì di lì a poco, mentre Medina finiva la seconda sigaretta. Enrico Rosso era ancora in bagno. Si imponeva una decisione.

Carlo Medina era un killer professionista. Non era sua abitudine deludere un cliente. Spense il secondo mozzicone, lo mise nella tasca del cappotto come aveva fatto con il primo, quindi entrò in bagno.

L’uomo che Medina era stato pagato per uccidere giaceva sul pavimento in una pozza di sangue, con il foro di un proiettile in mezzo agli occhi.

Medina rimise la Glock nella fondina e si allontanò rapidamente. Ora, per la propria sicurezza di killer, gli sarebbe toccato scoprire l’identità dell’assassino.

INDIZIO 1/1

Notizie: Enrico Rosso, l’imprenditore milanese di 75 anni misteriosamente assassinato alla Stazione Centrale di Milano, era in partenza per la Polonia: aveva indosso il passaporto e un biglietto ferroviario per Cracovia. Nonostante il viaggio imminente, l’imprenditore non aveva alcun bagaglio con sé.

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Rapporto della polizia: il proiettile con cui è stato ucciso l’imprenditore Rosso Enrico è stato esploso da una pistola calibro 9. Il proiettile corrisponde alla rigatura di una Glock calibro 9 trovata in un cestino dei rifiuti della Stazione Centrale di Milano, dove il delitto è stato commesso.

© Andrea Carlo Cappi 2004

Racconto originale pubblicato da Lycos Italia www.lycos.it

Le puntate:

01 in racconti/9008 (dal 09 dicembre 2009)

02 in racconti/9057 (dal 10 dicembre 2009)

03 in racconti/9058 (dal 11 dicembre 2009)

04 in racconti/9059 (dal 14 dicembre 2009)

05 in racconti/9060 (dal 15 dicembre 2009)

06 in racconti/9061 (dal 16 dicembre 2009)

07 in racconti/9062 (dal 17 dicembre 2009)

08 in racconti/9063 (dal 18 dicembre 2009)

09 in racconti/9068 (dal 21 dicembre 2009)