Il californiano Loren Avedon (classe 1962) è un attore marziale che dal finire degli anni ’80 ha partecipato all’ondata di gongfupian che Hong Kong ed USA hanno prodotto per sfruttare il rinnovato interesse del pubblico. I suoi film arrivano in Italia nei primissimi anni ’90, quando cioè la Van Damme-mania sta esplodendo in tutta la sua forza (sulla locandina del suo primo film distribuito nelle videoteche campeggia la falsa scritta «Dai produttori dei film di Van Damme»!) e il pubblico chiede sempre più titoli. Praticante di tae kwon do di lunga data (fra i cui insegnanti campeggiano i fratelli Simon e Phillip Rhee), viene comunque associato alla kickboxing per seguire la moda. Deve il suo successo principalmente alla produzione di Hong Kong, ma ha girato film anche negli States, lottando sullo schermo con molti suoi illustri colleghi, come Cynthia Rothrock, Billy Blanks, Keith Vitali, Jalal Merhi e tanti altri. La rivista “Variety” l’ha definito «l’alto Bruce Lee dagli occhi azzurri».
Nel 1997 dirige il suo primo film “Riscatto mortale”, e partecipa a diversi telefilm come “Baywatch” e “Più forte ragazzi” (Martial Law). Per maggiori informazioni, it.wikipedia.org/wiki/Loren_Avedon
Gli abbiamo chiesto di parlarci di sé e del suo lavoro.
Quando hai cominciato a praticare (ed amare) le arti marziali?
Mi sono innamorato per la prima volta delle arti marziali nel 1973, quando vivevo in Inghilterra. Durante una vacanza nella città di Bath ebbi la fortuna di vedere al cinema un film di Bruce Lee [Dalla Cina con furore. N.d.R.]: quel film e Bruce stesso mi hanno cambiato la vita. Sette anni dopo cominciai ad allenarmi al Jun Chong Tae Kwon Do di Los Angeles: all’epoca non c’erano molte scuole di kung fu e karate in L.A. Conoscevo dei ragazzi che già frequentavano quella palestra, così mi iscrissi al corso e tutto ebbe inizio: avevo trovato la mia passione.
Quando hai deciso di diventare un attore? E come ci sei riuscito?
Avevo un amico attore a scuola. Mi invitò alla sua classe di recitazione dove incontrai Alan Landers, il mio primo e più importante insegnate di recitazione. Partecipai ad una lezione e lui mi diede una scena da interpretare: ero così nervoso di leggere anche solo poche righe scritte su un foglio che capii che se avessi deciso di fare l’attore avrei dovuto studiare molto duramente. Sono stato contento di aver preso questa decisione quando, circa un anno e mezzo dopo, ho avuto la mia prima occasione.
C’è un regista o un attore con cui hai amato lavorare?
Hai interpretato film da Hong Kong agli USA: ci sono differenze fra queste cinematografie?
Certamente. I cinesi lavorano molto più sodo ed hanno uno standard d’azione molto alto: negli Stati Uniti usano infatti team tecnici di Hong Kong, oppure creiamo noi stessi le nostre coreografie. Quando lavori con grandi artisti marziali puoi creare grandi cose. Negli Stati Uniti eravamo sul filo del rasoio e nel 1995 io produssi “The Silent Force”, che doveva essere il primo di molti film d’azione. Purtroppo il film e i suoi incassi furono rubati da una donna che si appropriò anche della nostra idea: lei fece altri otto film prima di essere bandita dal mercato cinematografico. Ci eravamo andati vicino, ma come in ogni business quando inizi devi fare concessioni e sperare che la gente sia onesta: a noi andò male. [Avedon interpreterà poi “The Silent Force” nel 2001 per la regia di David H. May. N.d.R.]
Cosa ne pensi della differenza fra le arti marziali al cinema e quelle “vere”?
Ci sono sequenze marziali da uno dei tuoi film a cui sei particolarmente legato? E se sì, perché?
C’è qualche aneddoto (divertente o inquietante) riguardante la lavorazione di uno dei tuoi film?
Uno in particolare. Una domenica, a Bangkok, giravamo la scena iniziale di “Artigli di Tigre: il ritorno”, dove il tuk tuk [taxi a tre ruote tipico della Thailandia. N.d.R.] attraversa la città. I cinesi volevano mettere una telecamera Arriflex da 35mm (e da 300 mila dollari!) sul cruscotto per riprendere il punto di vista del veicolo attraverso il traffico, ma il guidatore thailandese si oppose, facendo loro presente che tutti quei veicoli erano stati benedetti da monaci per la loro sicurezza, e che quindi a noi era stato ben specificato di non toccare mai il cruscotto, ad eccezione della radio. I cinesi fecero a meno del guidatore e montarono lo stesso l’apparecchiatura sul tuk tuk, guidandolo in mezzo al traffico: il veicolo si ribaltò dopo neanche trenta secondi dalla partenza. La camera schizzò via e finì, in pezzi, ad almeno 10 metri di distanza... e questo dopo mesi di lavorazione in cui non c’era stato un solo incidente sul set! Tutta la troupe corse a comprarsi catenine d’oro del Buddha, che si tenne addosso fino alla fine delle riprese, ed io fui testimone del karma in azione! Poi ci fu quella volta in cui la milizia libanese [durante le riprese di “Operazione Golden Phoenix”. N.d.R.] giocò alla roulette russa davanti ai miei occhi, a Beirut. Quella cosa mi fece rizzare i capelli in testa. La vita è un’avventura, ed io mi sento fortunato per le opportunità che ho avuto: e sono sicuro che tanto altro è da venire!
Ringraziando Loren Avedon per la sua simpatia e cortesia, riportiamo la sua filmografia in lingua italiana.
* 1988 - Artigli di tigre: il ritorno (No Retreat, No Surrender 2: Raging Thunder), Stormovie - distribuito precedentemente in DVD Legocart (serie “Cintura Nera”) con il titolo “La vendetta dei maestri di Kickboxing”
* 1990 - American Kickboxing (No Retreat, No Surrender 3: Blood Brothers), Stormovie - distribuito precedentemente in DVD Legocart (serie “Cintura Nera”) con il titolo “Quando la vendetta ha quattro braccia”
* 1990 - Il re dei kickboxers (The King of the Kickboxers), Fox Video
* 1993 - Operazione Golden Phoenix (Operation Golden Phoenix), Number One
* 1992 - Baywatch (id.) - episodi “Vacanze proibite” (Princess of Tides, 3x08) e “Modella per un giorno” (Kicks, 3x21)
* 1995 - Virtual Combat (id.)
* 1997 - Riscatto mortale (Deadly Ransom)
* 1999 - Più forte ragazzi (Martial Law) - episodio “Captive Hearts” (1x16)
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