Un libro sulla violenza senza violenza…
Il buio dentro di Suzanne Berne, DeA 2009.
Spring Hill, piccolo sobborgo di una città della East Coast. Anno 1972, quello del Water Gate tanto per intenderci. Marsha da adulta, la più piccola di tre figli, tra cui due gemelli Julie e Steven, ricorda quell'estate: il bambino Boyd Ellison viene ritrovato seviziato e ucciso vicino al centro commerciale. Inizia la caccia all'assassino insieme alla storia di Marsha e della sua famiglia: il tradimento di suo padre con Ada, la sorella più piccola della madre, le zie a confortarla, la disperazione e il divorzio. L'arrivo di Mr. Green, la nascita di una simpatia, la gelosia della bambina e allora sospetti sul nuovo venuto…
Tutto ruota attorno a Marsha, al suo binocolo (mi viene in mente La finestra sul cortile), al suo quadernetto di appunti, a quell'osservare minuzioso ed elettrizzante, novella Sherlock Holmes (la maestra a scuola leggeva Il mastino dei Baskerville) di tutto ciò che ruota intorno a lei e dentro di lei: animali, oggetti, sguardi, ricordi, impressioni che danno vita a riflessioni ora leggere, ora profonde (c'è anche un po' di attualità con i Guardiani Notturni che ci riportano alle ronde di oggi).
Prosa semplice, naturale, che sgorga quasi spontanea, che entra ed esce dai personaggi per ampliarsi nella natura e viceversa, crea un dubbio, un sentimento, una psicologia con un piccoli tocchi. Tono lieve, delicato, intriso di umorismo. Il tempo che passa, le cose che cambiano, la vita che continua, il mistero del piccolo Boyd non risolto. E Marsha, da grande, che sembra essere ancora lì ad osservare con il suo binocolo.
Ogni tanto ci vuole un libro come questo. Un libro sulla violenza senza violenza. Quasi un miracolo…
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