Dalla Fanucci Editore un romanzo che che descrive la vulnerabilità della nostra mente in un susseguirsi di fatti quotidiani e ossessivi, apparentemente slegati tra loro ma uniti da quel sottile filo che si chiama realtà. Il titolo è Il mistero del tredici (Thirteen, 2007) dello scrittore scozzese Sebastian Beaumont.

Il protagonista del romanzo, che si svolge a Brighton, è un tassista che lavora preferibilmente di notte, si chiama Stephen Bardot. Lui conduce una vita abbastanza ordinaria ascoltando spesso quanto raccontano i clienti che salgono sul suo tassi.

Abbastanza regolarmente carica una bella donna al numero civico 13 di Wish Road per condurla al Cornerstone Community Centre di Palmeira Square, non sa il suo nome e lui, nei suoi pensieri la chiama Valerie. La donna è bella e interessante e Stephen ne rimane colpito.

Quando il suo servizio non viene più richiesto teme che Valerie sia morta, si reca in Wish Road e scopre che li non esiste alcun numero tredici. I numeri dispari sono 7, 9, 11, 11bis, 15, 17 e altri.

Ma quello che fa temere al nostro protagonista sulla sua percezione del "reale" è il fatto che la casa con il numero civico 11bis è totalmente diversa da come ricordava il numero 13.

Ma allora dove Stephen raccoglieva la bella Valerie? Le sue continue domande e le sue indagini non fanno che accrescere i dubbi sulla realtà di tutto ciò che lo circonda.

Sebastian Beaumont e nato e cresciuto in Scozia. Laureato alla Manchester Metropolitan University in arti creative, ha poi seguito un dottorato in scrittura creativa. Vive a Brighton, dove lavora come psicoterapeuta. Il suo secondo romanzo, un mystery sulla psiche umana intitolato Thejuggler, lo ha reso uno tra gli scrittori più interessanti del Regno Unito.

Un brano:

 

Ma forse la più memorabile di tutti i miei primi clienti abituali era una donna ovvia­mente malata, ma serenamente bella, forse tra i venticinque e i trent'anni, che tutti i gio­vedì andava dal numero 13 di Wish Road al Cornerstone Community Centre di Palmeira Square per il suo corso di "pensiero positivo". Cosa c'era in lei che colpiva la mia immagi­nazione? Non ero soltanto attratto dalla sua bellezza tranquilla, ma anche dal fatto che sembrava illuminata interiormente da qual­cosa di tanto impercettibile da darmi l'im­pressione che quanto vedevo fosse dentro me stesso.

Era l'unico momento, oltre a quando ero esausto, in cui mi sentivo davvero vivo. Mi chiesi, una o due volte, se mi stessi innamo­rando di lei, e fui turbato da quel pensiero. C'è qualcosa di involontario nell'amore, lo so, e in lei c'erano talmente tante cose facili da ammirare: la bellezza, la maniera semplice in cui parlava del mondo intorno a sé, l'at­tenzione nei miei confronti... ma una parte di me era spaventata dalla crescente ossessio­ne verso una persona morente. Mi stavo inna­morando di lei proprio per quello? Perché non sarebbe mai stata una questione di impegno, o di consumazione? La donna non mi disse mai il suo nome, e io non glielo chiesi, quindi nei miei pensieri mi riferivo a lei come Valerie, perché mi ricor­dava una persona con quel nome dai tempi della scuola. E fu grazie a lei che i primi fuga­ci accenni di ripresa dalla depressione comin­ciarono a diventare evidenti.

La quarta:

Il 13 non è un numero, è uno stato d'animo. È questo l'unico enigmatico indizio che Stephen Bardot ha a disposizione per risolvere l'inafferrabile e rischiosa sequenza di eventi nei quali viene improvvisamente coinvolto.

Tassista di notte a Brighton, Stephen conduce un'esistenza apparentemente ordinaria costellata dalle vicende, dai sogni e dalle ambizioni delle persone che attraversano la città sul suo taxi. Fino al giorno in cui incontra Valerie, un'affascinante e fragile donna che abita in un palazzo al numero 13 di Wish Road. Colpito dalla sua bellezza, Stephen si ritrova a passare per Wish Road nel tentativo di rivederla, ma ben presto si accorge che il numero civico non esiste. Stephen non può credere a ciò che vede, e tutti i tentativi di comprendere o svelare il mistero del 13 danno l'impressione di cadere nel vuoto, facendo crollare il confine tra il mondo reale e quello onirico.

Cosa rappresenta effettivamente il numero 13? E chi sono i curiosi e stravaganti personaggi che cercano di guidare Stephen nella sua indagine? Catapultato in un pericoloso vortice, a Stephen non rimarrà che affidarsi a ciò che rimane di sé stesso, andare fino in fondo per avvicinarsi alla verità, riacquistare la memoria e affrontare ricordi che sembravano svaniti.

 

Il mistero del tredici di Sebastian Beaumont (Thirteen, 2007)

Traduzione Alessia Donin, Fanucci Editore, collana Vintage, pagg. 231, euro 16,00 - ISBN 978-88-347-1509-3