Perchè se si pensa a un romanzo giallo di Andrea Camilleri, ci si aspetta che il protagonsita sia necessariamente il commissario Montalbano?

La sua presenza è come se fosse diventata il "marchio" di qualità sui romanzi di Camilleri.

La rizzagliata è l'ultimo romanzo del famoso autore siciliano. E' un romanzo giallo. Montalbano, però, non c'è.

Nonostante questo è forse l'unico libro, tra i più recenti dell'autore, a convincere veramente e che si può definire senza dubbio ai livelli del "miglior Camilleri".

La vicenda si svolge a Palermo, ai giorni nostri, nella sede regionale della RAI. Amalia Sacerdote, giovane figlia del segretario generale dell'Assemblea Regionale Siciliana, viene trovata morta nella propria casa con il cranio fracassato. Amalia era fidanzata con Manlio Caputo, figlio del leader della Sinistra siciliana, che è accusato dell'omicidio della ragazza. Da questo momento parte una danza metaforica intorno al cadavere della ragazza, volta a intessere intrecci politici, mediatici e mafiosi, con lo scopo di confezionare la verità.

Camilleri guida il lettore all'interno del mondo dei media tra giornalisti, mezzibusti, politici e informatori e, per i più ingenui, per quelli che ancora credono che la melassa di notizie trasmesse dai TG sia "informazione", sarà molto interessante leggere come vengono applicate alcune semplici e banali tecniche di manipolazione delle notizie.

Rispetto agli ultimi "Montalbani", La rizzagliata ha una marcia in più. I romanzi di Montalbano hanno delle caratteristiche e dei canoni più o meno invariati. Si muovono all'interno di schemi, leggi e personaggi ben precisi, sempre fedeli a se stessi e che si ripetono con variazioni più o meno costanti. In questo nuovo giallo, invece, Camilleri non ha nessun vincolo e quindi può dare sfogo alla fantasia.

Il ritmo è serrato, come quello per la preparazione di un TG, i personaggi sono "pittati" con tratto vivace e sicuro. Nessuno è buono, nessuno è cattivo, il gioco delle parti prosegue pagina dopo pagina e, a conti fatti, il personaggio più moralmente e deontologicamente pulito del romanzo è uno squallido e volgare informatore che campa vendendo notizie a giornalisti compiacenti.

In conclusione il romanzo convince e Andrea Camilleri, tornato in grande spolvero, cattura con il suo rizzaglio i lettori, che restano impigliati nelle maglie di una trama davvero ben congeniata.

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