"Mi sono mosso in ambienti border per quasi tutta la vita, ho conosciuto delinquenti di specchiata virtù e poliziotti viscidi (e viceversa, sia chiaro), il bene e il male si confondono nella vita reale, ci sono ombre e luce."
La nostra inviata speciale Marilù Oliva ha raggiunto Sandrone Dazieri e gli ha rivolto alcune domande. Ecco il risultato...
Hai svolto diversi lavori, alcuni hanno suscitato la mia curiosità. Ad esempio, sei stato venditore di corsi di musica. Di cosa si trattava? Quanto le differenti esperienze professionali ti hanno arricchito?
La vendita di corsi di musica è stata la cosa più squallida e miserrima che mi sia capitata di fare, a parte forse quella volta che fui assunto per pulire l’appartamento di un’anziana signora invasa da escrementi e topi. Ma se nel caso dell’anziana un po’ di utilità sociale vi era, i corsi di musica erano solo un modo triste per tirare su pochi quattrini. Andavo a suonare ai campanelli delle case qualificandomi come “consulente musicale”, orrida stupidata, e poi chiedevo a chi mi apriva se aveva figli, se i figli volevano imparare uno strumento eccetera. Poi offrivo un corso per apprendere a suonare la chitarra in 24 ore. Quando i signori clienti si recavano alla scuola scoprivano che 24 ore significavano 24 ore di lezione, cui andavano aggiunte altre mille da fare a casa.
Insomma, tristezza. Le esperienze professionali mi hanno comunque insegnato sempre qualcosa, in certi casi un mestiere, in altri come usare il senso dell’umorismo per sopravvivere.
L'intervista integrale in rubriche/8778
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