In libreria troviamo in questi giorni il  romanzo La macchia del peccato (Train d'enfer pour Ange rouge, 2003) di Franck Thilliez, autore che in Francia ha avuto un enorme successo.

Questo è il terzo romanzo che viene pubblicato in Italia dopo lo splendido La stanza dei morti e il claustrofobico Foresta nera, romanzi che sono stati accolti con grande favore anche dai lettori italiani.

Nel campo del thriller Frank Thilliez è un autore che possiamo definire "giovane", ma il suo primo romanzo La chambre del morts  del 2005 è stato definito come "la risposta europea al Silenzio degli innocenti". Con questo romanzo ha vinto i premi Prix des lecteurs, Quai du polar 2006, e Prix SNCF du polar français 2007, c'è stato anche nel 2007 la trasposizione nel grande schermo diretta da Alfred Lot.

Indubbiamente lo scrittore ha tutte le carte in regola per piacere ai lettori portando un vento nuovo alla narrativa gialla, una freschezza tutta sua rispetto alle opere dei grandi autori americani, le sue opere ci ricordano romanzi di scrittori come Maxim Chattam e anche Jean-Christophe Grangè.

Nel presente romanzo seguiremo le vicende di Franck Sharko, commissario di polizia al quale è scomparsa la sua giovane moglie, svanita nel nulla e lui la cerca da sei mesi afflitto da sensi di colpa, continua a cercarla e spera sempre in un suo ritorno, nel contempo  deve indagare su di un feroce serial killer. Una storia originale e affascinante che si svolge tra le cave di granito della Bretagna e nei bassifondi di Parigi.

L'autore è nato in Francia ad Annecy nel 1973, é un ingegnere

Franck Thilliez
Franck Thilliez
informatico appassionato anche di tecnologie telematiche che ha scelto la professione di scrittore. Attualmente vive nel Pas-de-Calais, nell'estremo nord-est della Francia, ma viaggia spesso alle Antille e in Guyana.

I suoi romanzi sono contrassegnati da una scrittura nera e cupa come i paesaggi invernali della Francia del Nord dove l'autore vive.

Un brano:

 

....Eravamo entrambi originari della zona del bacino minerario, coi vestiti che puzzavano di case operaie e le nostre calze sporche di polvere di carbone. I nostri genitori ci hanno cresciuti nel dolore della miseria, nel grigiore, ma i loro cuori erano ricchi dei tesori più belli. Adoro queste terre scure, la gente semplice e generosa di questi luoghi e credo di amarle ancor di più ora che Suzanne non dorme più al mio fianco.

Da qualche parte, in fondo a me stesso, un brandello di coscienza, immutabile, mi sussurra senza tregua che lei è morta, che non può essere diversamente dopo tanti mesi e tante giornate piene di dolore...

Sei mesi dopo, sto ancora cercando mia moglie. Viene spesso a trovarmi, nei miei sogni. Scende da lassù, preceduta dal suo pro­fumo che mi accarezza i capelli come farebbero le mani di un bam­bino. Ma ogni volta, quando il suo sguardo si fonde col mio, dai suoi occhi schizzano lame di rasoio, dalla sua bocca e dal suo naso cadono serpenti sottili come cannucce e dallo squarcio aperto al­l'altezza del suo petto scaturisce l'odore pestilenziale della morte.

Riprendo il mio zaino, tiro fuori il cellulare da un ta­schino e mi decido ad aprirlo, con la speranza che non ci siano messaggi che possano privarmi del mio penultimo giorno di vacanza.

 

La quarta di copertina:

Sono passati sei mesi da quando Suzanne è scomparsa nel nulla. Una notte non è rien­trata a casa dal lavoro e, da allora, è come se non fosse mai esistita: nessuna notizia, nessun indizio su cosa le sia capitato, tan­tomeno una richiesta di riscatto. E da sei mesi, suo marito, il commissario Franck Sharko, vive perseguitato dai sensi di col­pa, sordo ai richiami del mondo e cieco a qualsiasi luce di speranza. Ma la realtà non si lascia cancellare e irrompe nella vita di Sharko sotto forma di una donna prima mutilata, poi uccisa e infine disposta come una macabra opera d'arte. Ed è solo l'inizio di una lunga serie, firmata da un assas­sino tanto perverso quanto intelligente. Un assassino che non ha paura di mettersi in contatto con il commissario, perché so­pra ogni altra cosa desidera essere apprez­zato per la sua mente superiore, per la sua raffinata crudeltà. E Sharko non si sottrae a quel rapporto, anzi ne è affascinato in modo quasi morboso. Così il gioco si di­pana, serrato e feroce, tra le cave di grani­to in Bretagna e i bassifondi di Parigi, in un alternarsi di paure e di miraggi, di sfide e di tracce. Perché soltanto un uomo sul­l'orlo della follia può capire fin dove si può.

La macchia del peccato di Franck Thilliez (Train d’enfer pour Ange rouge, 2003)

Traduzione Monica Ferrari e Romina Tappa, Editrice Nord, collana Narrativa 378, pagg. 380, euro 18,60 - ISBN 978-88-429-1512-6