Che vuoi che sia, ho solo ucciso un mostro. L’avresti fatto pure tu. Che ne dici, vanno eliminati i mostri? Vale la pena fare un po’ di pulizia? E poi, cos’altro? Cos’altro si potrebbe fare, andare avanti? Non accontentarsi?
Trentotto anni, insegnante di francese in un carcere femminile, la protagonista è una donna ossessionata dal senso di giustizia e convinta che non basti un’intera vita votata all’onestà per essere abbastanza onesti. Per contro, suo marito è un artista: uno scultore e ritrae donne nane, vecchie e deformi. Lui è un tipo strano: poco loquace ed espansivo, ama i mostri. Ne è attirato. Invece, lei li detesta. Lui lavora sul male, con la fantasia, perché, in fondo, è rimasto un bambino: incapace di distinguere il bene dal male. Altrimenti, perché mai farebbe sesso con le sue statue di bronzo, al posto della moglie?
Da qualche tempo, lei ha delle visioni: in forma di sogno, fino a diventare apparizioni in pieno giorno. Si tratta di eroi: Riccardo Cuor di Leone, Alessandro Magno con l’inseparabile destriero Bucefalo e Lawrence d’Arabia/Peter O’Toole. Ciascuno la sprona a portare a termine la crociata contro il barbaro. Perché i malvagi non vanno puniti, vanno eliminati, come insegna Diderot. E non c’è altro tempo da perdere. Una notte, infatti, lei penetra nello studio del marito e lo sorprende avvinghiato a due donne nane. Accecata dalla rabbia, elmo sul capo e, a portata di mano, due sarisse (le picche macedoni) e una Saint Maurice (la spada medievale con lama lunga e a doppio taglio), s’avventa sui tre e infierisce, in pieno spirito illuministico. Perché, qualche volta, la vendetta è il miglior perdono. Infine, come l’avverte Alessandro Magno, non le restano che 48 ore di tempo per scappare: un volo fantastico, a bordo di un Berguet 14 pilotato da Saint-Exupery.
Insegnante di francese , traduttrice e autrice di libri già tradotti all’estero, Romana Petri dà vita a una storia surreale, in cui si intrecciano mistero, grottesco e pulp. Una vicenda cosparsa di metafore (le nane rappresentano le mostruosità) e ideali (come l’amore cavalleresco, da assaporare con moderazione). Un ritmo narrativo che infiamma, perché, come sostiene l’autrice, Esecuzioni musicalmente è una marcia trionfale.
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