Hai svolto diversi lavori, alcuni hanno suscitato la mia curiosità. Ad esempio, sei stato venditore di corsi di musica. Di cosa si trattava? Quanto le differenti esperienze professionali ti hanno arricchito?

La vendita di corsi di musica è stata la cosa più squallida e miserrima che mi sia capitata di fare, a parte forse quella volta che fui assunto per pulire l’appartamento di un’anziana signora invasa da escrementi e topi. Ma se nel caso dell’anziana un po’ di utilità sociale vi era, i corsi di musica erano solo un modo triste per tirare su pochi quattrini. Andavo a suonare ai campanelli delle case qualificandomi come “consulente musicale”, orrida stupidata, e poi chiedevo a chi mi apriva se aveva figli, se i figli volevano imparare uno strumento eccetera. Poi offrivo un corso per apprendere a suonare la chitarra in 24 ore. Quando i signori clienti si recavano alla scuola scoprivano che 24 ore significavano 24 ore di lezione, cui andavano aggiunte altre mille da fare a casa.

Insomma, tristezza. Le esperienze professionali mi hanno comunque insegnato sempre qualcosa, in certi casi un mestiere, in altri come usare il senso dell’umorismo per sopravvivere.

Oggi sei consulente per la casa editrice Mondadori e ti occupi di autori italiani per adulti e ragazzi. Ci spieghi esattamente cosa significa essere consulente editoriale?

Cerco autori nuovi per la grande macchina, e, quando li trovo, li seguo sino alla pubblicazione del libro. Li consiglio, sovraintendo l’editing, eccetera. Sono anche una spalla su cui piangere, in molti casi, o un pozzo dove urlare la frustrazione (quasi mai il primo libro funziona), motivo per il quale non posso avere molti autori nel medesimo tempo. Normalmente li trovo per caso, oppure perché mi sono stati consigliati. Raramente dai manoscritti che mi giungono, che al novantanove per cento sono poco interessanti.

Quanto del tuo tempo dedichi alla consulenza e quanto invece alla scrittura?

Due giorni su sette li dedico alla consulenza, leggere manoscritti, fare riunioni editoriali. Gli altri cinque li dedico alla scrittura di romanzi e fiction per la tv.

C’è un genere di autore che pensi valorizzi la scrittura?

Tutti quelli che scrivono cose che vengono da dentro e non seguono le mode. Poco importa che siano autori per ragazzi o per adulti, che scrivano gialli o poesia.

E un genere di autore che la avvilisce?

Il trombone. Ce ne sono troppi che si prendono troppo sul serio, qualsiasi cazzata scrivano.

Aspiranti scrittori ti chiedono spesso di leggere manoscritti? Tu cosa rispondi?

Se ho tempo lo faccio, la lista di attesa è piuttosto lunga.

Ma leggo solo manoscritti che hanno a che fare con qualcosa che mi riguarda direttamente, cioè il genere: fantascienza, giallo, thriller… Niente letteratura generale, non sono qualificato.

Posso chiederti il solito consiglio per aspiranti scrittori che non ne avessero mai ricevuti?

Siate critici con voi stessi. Leggete molto. Informatevi prima di mandare il manoscritto: se spedite un componimento poetico a chi si occupa di gialli, per esempio, perdete solo tempo. E se vi rifiutano, non gridate alla pastetta: tutti gli editori sono interessati a trovare nuovi autori. Se dicono no, significa che non andate bene per loro. E se il no è un po’ generico, magari sono gentili e non vogliono offendervi dicendo che avete scritto quella che per loro è una porcheria.

Cosa fai quando non scrivi o non lavori per Mondadori?

Lavoro per qualche produzione televisiva o per il cinema.

Viaggi per convegni e presentazioni. Leggo, guardo la tv, sto con famiglia e amici. Cose normali. Non ho hobby.

Nel tuo sito hai dichiarato che “Cemento Armato” (Mondadori, 2007) è stato pensato allo stesso tempo come film e come romanzo. Come è stata questa esperienza?

Mi fu dato il soggetto del film, ne discussi con Martani e ne trassi il romanzo. Un’operazione divertente, niente di più. Ho cercato di metterci qualcosa di mio, ma è stato difficile, se non impossibile. Non credo che ripeterei l’esperienza.

“Bestie”, (Verdenero - Legambiente, 2007) è un noir incentrato sul traffico di animali esotici o protetti. Come ti sei documentato? Secondo te cosa spinge la gente a tenere in cattività, spesso in condizioni avvilenti, animali costosissimi?

Mi sono documentato grazie alla collaborazione di Legambiente, che mi ha fornito ogni genere di materiale, e ho intervistato un po’ di operatori. A parte questo ho inventato.

Il mio romanzo non voleva essere un reportage, ma solo uno stimolo per i lettori. Sulle motivazioni dei dementi che tengono in casa una tigre, difficile rispondere per me. Sono vegetariano, e quando vedo un animale in gabbia sto male, anche se si tratta di una gallina. Oltretutto, un maiale è più intelligente di una tigre, ma si finge di dimenticarlo per evitare di avere sensi di colpa.

In “É stato un attimo” (Mondadori, 2006) un ruolo fondamentale ai fini dello svolgimento è il ricordo, o, meglio, l’assenza di ricordo. Ci racconti qualche metodo sulla trattazione narrativa del tempo (in senso fisico) in questo romanzo?

In questo romanzo volevo che il protagonista notasse quello che a noi sembra normale del presente, evidenziandone la mostruosità. Visto che non volevo fare un romanzo di fantascienza con i viaggi nel tempo, ho utilizzato il trucco dell’amnesia del protagonista. Avendo i ricordi fermi a un po’ di anni prima, si muoveva nel presente come fosse il futuro e le sue reazioni rendevano paradossale il nostro quotidiano. Insomma, adesso diamo per scontato che la gente telefoni per strada o venga perquisita agli aeroporti, ma una volta non era così. Ci siamo anche dimenticati che il 2000, fino agli anni ottanta, era il traguardo di tutti i film di fantascienza: avremmo dovuto abitare Marte e viaggiare su auto volanti. Non è andata così, il mondo sta peggio di come speravamo. Molto peggio.

In generale, invece, che tempi (in senso verbale) prediligi e perché? Ti piacciono le sperimentazioni temporali?

Non sono un grande sperimentatore.

Scelgo tra passato remoto e presente per i miei romanzi, decidendo in base alle sensazioni che voglio trasmettere. Il presente dà l’idea che qualcosa stia avvenendo mentre la scrivo, quando utilizzo il passato mi immagino il protagonista dopo, che decide di raccontare ai lettori quello che ha vissuto.  Probabilmente quando ho usato il passato, o il presente, per i lettori sarebbe stato indifferente una scelta diversa. Ma non per me.

Ne “Il karma del Gorilla”, il tuo personaggio letterario Sandrone, alias il Gorilla, è costretto ad accettare un incarico che non gli piace. Se non lo facesse, sarebbe in pericolo il suo segreto: l’esistenza del Socio, la seconda personalità schizofrenica che agisce nel corpo del Gorilla quando questi si addormenta. L’alter ego ha un fascino di antica memoria, penso a Stevenson ma non solo. L’originalità del tuo apporto consiste nel sublimare la pazzia come elemento illuminante (penso anche agli altri libri del Gorilla, come Gorilla Blues) ma, per farlo, credo che sia stato necessario superare le distinzioni banali (e banalizzanti) tra bene e male. Come si attuano questi passaggi tra confini?

Non so come avvenga questo passaggio, forse perché da sempre lo do per scontato. Mi sono mosso in ambienti border per quasi tutta la vita, ho conosciuto delinquenti di specchiata virtù e poliziotti viscidi (e viceversa, sia chiaro), il bene e il male si confondono nella vita reale, ci sono ombre e luce.

Io stesso ho vissuto l’esperienza (breve) del carcere così come quella un po’ piu’ lunga di sedere nel consiglio di amministrazione di un’azienda. Ero buono quando facevo l’amministratore e cattivo quando stavo in galera? Viceversa? Per quanto riguarda la pazzia, semplicemente non la considero tale. Io credo che esistano persone che stanno male e che soffrono, altre che stanno meglio e soffrono meno. Molti dei miei comportamenti bizzarri sono tollerati o accettati solo per il fatto che sono considerato un artista, e che quindi posso permettermelo. Una rockstar può rompere una stanza d’albergo e andare in giro nudo senza che gli venga comminato un ricovero coatto, un operaio che ci provasse verrebbe internato, un professionista cacciato a pedate dall’azienda. Il concetto di normalità, quindi, non esiste. Esiste il giudizio che gli altri danno dei nostri comportamenti. E, ripeto, lo stare bene o lo stare male, che sono parametri universali. Il mio protagonista sta sufficientemente bene nel suo essere “doppio” da non avere bisogno di cure, ma si nasconde perché sa che gli altri non la penserebbero allo stesso modo.

In “Gorilla Blues” c’è un chiaro riferimento ai fatti del G8 di Genova. Cosa ne pensi delle recenti assoluzioni all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e all'ex dirigente della Digos di Genova, Spartaco Mortola?

Dovrei leggere le carte processuali. Quello che so è che i responsabili politici del massacro di Genova ne sono usciti puliti e sono disgustato.

Sei presente in numerose antologie di racconti. É vero o no che in Italia il romanzo vende più del racconto? O ci sono le eccezioni?

É vero, con l’eccezione di scrittori come Carver, che hanno fatto del racconto la loro cifra.

Ma a parte lui non mi viene in mente nessuno al momento.

A che progetto stai lavorando ora?

Al nuovo romanzo del Gorilla e ad un paio di serie per la televisione.

Cosa ti irrita della contemporaneità?

Domanda un po’ larghina. Forse che l’ignoranza sia diventata una qualità, non una colpa cui porre rimedio.

Cosa ti invece ti affascina?

La tecnologia. Computer, telefonini, tutto quello che una volta si poteva solo sognare.

La musica è un elemento importante della tua vita? Che genere di musica?

Ascolto musica soprattutto in auto, durante il giorno preferisco il silenzio. Direi che la mia musica preferita al momento è quella tipo Pompougnac, Hotel Costes e cose del genere, e amo Peter Cincotti. Insomma, roba tranquilla.

Ci lasci con un saluto molto da Gorilla?

Mollatemi.

Bibliografia:

Romanzi

CEMENTO ARMATO, Sandrone Dazieri - Marco Martani, Mondadori, 2007

BESTIE, Verdenero - Legambiente, 2007

É STATO UN ATTIMO, Strade Blu - Mondadori, 2006

IL KARMA DEL GORILLA, Strade Blu - Mondadori, 2005

CIAK SI INDAGA, Disney, 2003 (romanzo per ragazzi)

GORILLA BLUES, Mondadori, 2002

LA CURA DEL GORILLA, Einaudi Stile Libero noir, 2001

ATTENTI AL GORILLA, Mondadori, 1999 (Qui ha fatto la sua prima comparsa l’alter ego dello scrittore, ex leoncavallino che soffre di sdoppiamento della personalità,buttafuori sui generis, costretto dalle circostanze e da un personalissimo senso della giustizia a trasformarsi in detective senza licenza.)

Antologie:

SMEMORANDA 2009CRIMINI ITALIANI con: Massimo Carlotto, Gianrico Carofiglio, Sandrone Dazieri, Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva, Giorgio Faletti, Marcello Fois, Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli, Giampaolo Simi, Wu Ming. Einaudi - Collana Stile Libero Big, 2008,

MONDI AL LIMITE con: Baricco, Benni, Carofiglio, Covacich, Dazieri, Di Natale, Giordano, Pascale, Starnone. Feltrinelli, 2008,

SMEMORANDA 2008SMEMORANDA 2007LA CITTA’ BUIA, Racconti di Sandrone Dazieri e Daniele G. Genova, Aliberti Editore, 2006

SMEMORANDA 2006CRIMINI Antologia noir. Coautore con Ammaniti, Camilleri, Lucarelli, Carlotto, Faletti, ecc. Einaudi - Stile Libero, 2005

ALTA CRIMINALITA’ Racconto a fumetti. Coautore con Lucarelli, Pinketts, Carlotto, ecc. Mondadori - Collana Oscar Bestsellers, 2005

SMEMORANDA 2005GIALLO NATALE, con Alan D. Altieri; Laura Grimaldi; Carlo Lucarelli; Tullio Avoledo; Gianrico Carofiglio; Loriano Macchiavelli; Marco Vichi; Eraldo Baldini; Marcello Fois; Giancarlo De Cataldo; Gianni Biondillo; Barbara Garlaschelli; Piero Soria; Sandrone Dazieri; Raul Montanari; Giulio Leoni; Giampiero Rigosi; Danila Comastri Montanari; Giuseppe Pederiali; Giacomo Gardumi.

Mondolibri, 2004

DIECI STORIE PER LA PACE, con Carlo Lucarelli, Franco Scaglia, Piero Colaprico, Sandrone Dazieri, Giancarlo De Cataldo, Laura Facchi, Giuseppe Genna, Antonio Scurati, Alessandro Bertante, Valerio Evangelisti.

Piemme, 2003

QUATTORDICI COLPI AL CUORE, con Andrea Camilleri, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Nino Filastò, Massimo Carlotto, Santo Piazzese, Danilo Arona, Marcello Fois, Enzo Fileno Carabba, Eraldo Baldini, Michele Serio, Giacorno Cacciatore, Cesare Battisti, Sandrone Dazieri.

A cura di Serge Quadruppani - Mondadori Editore, 2002

IL GIALLO E L’IMPEGNO, Micromega, 2002

ITALIA ODIA, con N. Ammaniti, M. Serio, L. Brancaccio, S. Brancato, C. Battisti, E. Baldini, G.B. Ventavoli, M. Matrone, L. Macchiavelli, S. Dazieri.

Economici Mondadori, 2001

CAPODANNO NERO, con Massimo Carlotto, Piero Colaprico, Danila Comastri Montanari, Sandrone Dazieri, Marcello Fois, Bruno Gambarotta, Barbara Garlaschelli, Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli, Carlo Oliva, Andrea G. Pinketts, Enrico Solito, Nicoletta Vallorani.

Todaro Editore, 2000

Fumetti

Sandrone Dazieri - Maurizio Rosenzweig, PINOCCHIO, Alta Fedeltà Edizioni

Diabolik - Numero speciale: EVA KANT, QUANDO DIABOLIK NON C'ERADiabolik - Numero speciale: GINKO PRIMA DI DIABOLIK

Diabolik- IN GARA CON LA MORTE

Saggi

ITALIA OVERGROUND, Castelvecchi, 1996