Dalla Sicilia a Milano a Terni. Quanto hanno influito sul tuo carattere (e sulla tua fantasia) queste variazioni geografiche?
Molto. Sono nato in un paese dove mancava e manca tanto, ma in compenso supplivamo tutto con la fantasia. Essere nato in Sicilia forse è stata la mia maggiore fortuna, mi ha fortificato e spinto a vedere nel fantastico un modo per vivere meglio la vita. Milano è stata forse la tappa più importante nella mia crescita. Grazie a gente come Graziano Origa e molti altri ho imparato a vivere delle mie idee, a sperimentare con il cinema, video, ecc. L'Umbria è invece stato il posto dove ho imparato i mestieri che completano un autore... mi riferisco alle mie esperienze con la Star Comics e la Blu Press.
Negli anni ’90 hai avuto il coraggio di sperimentare una serie indipendente intitolata Max Living. In un settore così imprevedibile come quello del fumetto quali vantaggi e quali rischi possono comportare le sperimentazioni?
Ero un un ragazzino non ancora maggiorenne. La mia fortuna fu di trovare un editore abbastanza folle da lasciarmi divertire. Il vantaggio fu che da allora imparai a relazionarmi con editori, produttori, ecc. Sperimentare è l'unica cosa che mi interessa sia quando faccio l'autore che l'editor o l'executive producer.
Quello che alla fine mi è rimasto è un bagaglio di conoscenza che mi ha permesso sempre di rigenerarmi e di trovare spazio nel mercato.
Hai fatto una parte della tua gavetta in studi televisivi o comunque per opere destinate alla televisione. Qual è stata la grande conquista di quest’esperienza?
L'essenzialità. La gavetta televisiva mi ha fatto perdere tutte le eccedenze narrative e i fronzoli barocchi. Mi ha insegnato che non esiste arte se non passa attraverso la semplicità. Prima ero molto più complesso e più articolato. Oggi posso fare di più e arrivare a più gente perchè voglio innanzitutto arrivare alla gente, senza pensare solo a me stesso. É un po' quello che succede con una donna: non bisogna pensare a soddisfare solo le proprie voglie. Questo "pensiero" l'ho imparato in tv ed è rimasto nel mio modus operandi.
Noti una differenza sostanziale tra le tue sceneggiature degli esordi e quelle attuali?
Ahimè... come ogni autore mi vergogno molto di tutto quello che ho scritto sino al momento prima. Sicuramente un tempo avevo voglia di urlare la mia tensione (penso al mio film Kairos e Kronos o alla graphic novel Wall After Wall), oggi ho voglia di giocare con la fantasia per arrivare dentro alla gente e portarla ad urlare la LORO "tensione". Sono cambiate le mie sceneggiature e sono cambiato io negli ultimi sei anni. Vedo tutto diversamente e così anche le mie sceneggiature.
Condensa in un’associazione di 6-7 parole la sostanza delle tue sceneggiature
Essenzialità, fantasia, intreccio, casualità, nostalgia e desideri.
Sei editor (e direttore artistico) per la Star Comics. Con quale criteri selezioni i lavori pubblicabili?
Ovviamente prima guardo la capacità tecnica di chi scrive e, dopo il primo vaglio, l'unica cosa che mi farà scegliere una proposta è la capacità che ha il testo nel coinvolgermi emotivamente. Dopo indago se la mia scelta potrà avere anche un riscontro commerciale. Quando capacità tecnica, valore artistico e potenzialità commerciali coincidono, mi muovo e segnalo all'editore e al direttore editoriale le mie idee.
Dai un consiglio agli aspiranti fumettisti
Nessun consiglio. Semplicemente di non chiudersi troppo in casa, perché poi dovranno sempre e scrivere e disegnare ciò che c'è al di là delle quattro mura domestiche.
Svolgi un lavoro che in molti ti invidiano. Quanto conta, in percentuale, nel tuo ruolo la fantasia? L’esperienza? L’avvedutezza? La capacità di tentare il rischio?
É un bel lavoro vivere di fantasia, ma il rischio è quello di non saper più tornare a vivere nella realtà. Oggi sono cresciuto perché mi sono fatto molto male in passato, perché a furia di fare idiozie ho capito che c'era anche un modo per fare qualcosa di buono. L'esperienza e una sana follia sono gli elementi che mi hanno permesso di ottenere quello che ho, ma so che l'unico comune denominatore in tutte le mie fasi (belle e stupide, sane e marce, geniali e prive di dignità) è stata la mia determinazione. Senza di lei probabilmente starei ancora piangendo per alcuni sbagli che ho commesso.
Vuoi aggiungere altre qualità?
Probabilmente bisogna essere anche saper essere remissivi, perché nel cinema, tv ed editoria tutti hanno voglia di comandare. Penso che saper accettare anche i consigli che crediamo sbagliati possa essere un elemento di crescita per chi vuol vivere con questa professione.
Quali erano i tuoi fumetti preferiti da ragazzo?
Da ragazzo ero un drogato di Ken Parker, Devil e Spiderman.
Quali sono ora?
Adesso non seguo regolarmente una serie (anche se continuo a divertirmi con Devil), ma divoro volentieri le saghe super eroistiche o le graphic novel indy americane.
Cosa rispondi a coloro che considerano il fumetto una forma artistica di seconda categoria?
Che non esiste una seria A e una serie B delle arti. Il fumetto, parafrasando Mamet, è un coltello e l'utilizzo può essere vario. Non va sottovalutato nè sopravvalutato, le strutture edilizie sono mura, sono le persone che le rendono prigioni o centri benessere. Lo stesso vale per le arti. Chi giudica le mura, non ha mai aperto le porte.
Ci racconti qualcosa di pratico dei tuoi momenti di creazione?
Un gocceto di whisky sulle labbra... per umidirle un po'. Musica rigorosamente programmata e solo con luce di abatjour. Non scrivo mai durante il giorno. Solo di notte o di prima mattina. Il giorno è per le cose terrene e per unire i pezzi di tutto quello che faccio.
Quali generi di fumetto vanno di più?
Non so dirtelo. I dati ci dicono tutto e l'opposto di tutto. Non esiste solo un pubblico, ma mille universi che comprano cose diverse. Spero solo che vadano di più quelli Star...
Cosa ti è piaciuto del progetto iniziale di Cornelio Bizzarro?
L'idea di uno scrittore in un ambiente letterario e cinematografico. Lo scrittore è sempre pieno di potenzialità. Ultimamente, nella seconda mini, ho apprezzato le costruzioni narrative di Mauro Smocovich. Non sono mai schematiche e sono figlie di grande padronanza stilistica.
Ci parli delle tue ultime fatiche alla Star Comics?
Factor V, Pinkerton S.A e Walter Buio sono i primi tre nuovi fumetti che presenteremo a Lucca. Altri sono in fase di vaglio. Factor V è scritta da Sergio Stivaletti, Pinkerton S.A da Andrea Aromatico e Walter Buio da Alessandro Bilotta. Tre bravi autori che sanno il fatto loro e sono certo che stupiranno ancora un volta.
Prossimi progetti?
Molti, sia con la Star che con i miei editori e produttori. Fra le mille cose, a marzo la Gargoyle Books pubblicherà un mio romanzo... spero solo di trovare il tempo per metterlo a posto come voglio.
Grazie di tutto e a presto.
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