Le novelas nigras in Spagna stanno attraversando un momento di grande favore del pubblico dei lettori che contagia anche l’Italia. Anche a lei, come a Montalban e Ledesma, nei polizieschi interessa rappresentare la realtà e il cambiamento sociale e politico della Spagna?
Sí, senza dubbio, anche se io posso permettermi di essere un po’ più più ironica e frivola perchè la realtà politica spagnola non è più così terribile com’era al tempo di Montalban e Ledesma.
Sia i polizieschi che gli altri suoi romanzi hanno in comune un’estrema attenzione alla psicologia dei personaggi e all’ambiente che li circonda. Quale dei due elementi la interessa di più?
La psicología dei personaggi mi interessa molto. Credo che ci si debba fare uno studio profondo e dare anche ai personaggi secondari carattere e credibilità, pur se compaiono una volta sola nella storia.
I romanzi non polizieschi “Una stanza tutta per gli altri”, “Vita sentimentale di un camionista”, “Segreta Penelope” e “Giorni d’amore e inganno” trattano temi universali come l’amore e l’amicizia. C’è un motivo particolare in questa scelta?
Credo che anche i libri di Petra Delicado trattino di amicizia e amore. Mi interessano molto le relazioni umane, i rapporti di ogni tipo fra le persone, compreso il modo di parlare gli uni con gli altri.
Secondo lei le regole del genere “poliziesco” sono una gabbia che imprigiona la fantasia dell’autore o al contrario costituiscono uno stimolo?
A me danno tranquillità; mi evitano di commettere errori. Quando scrivo un romanzo che non è un giallo mi vedo così libera, così senza regole che in fondo ho un po’ di timore. Ho più possibilità ma posso farne un uso del tutto sbagliato.
Come costruisce di volta in volta le trame dei romanzi con la coppia di investigatori Petra e Firmin? Attinge dalla cronaca, da ricordi personali o da altre fonti?
Mi interessano i casi che creano un certo allarme sociale, che riflettono dei problemi contemporanei, ma non mi riferisco a nessun caso concreto di cronaca. Altre volte trovo il tema a secondo del luogo o dell’ambiente dove voglio sviluppare l’azione.
Nei romanzi polizieschi più riusciti si verifica il fenomeno dell’identificazione fra personaggio di carta e autore. Basta pensare ai binomi Camilleri-Montalbano e Carofiglio-Guerrieri e si potrebbe continuare ancora. Qual è la meravigliosa alchimia che causa questa identificazione?
Ah, credo di avere una piccola trappola! Ho pensato che noi scrittori trasferiamo nei nostri personaggi i nostri stessi aspetti positivi senza mai attribuir loro i nostri stessi difetti. In questo caso l’alchimia funziona!
(traduzione di Susanna Daniele)
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