Quando don Vito uccise don Turi, io e mio fratello Ennio prendevamo appunti.
Quando io e Ennio ritiravamo il pizzo nei negozi, Don Vito verificava i nostri conti e se tutto era corretto ci premiava in contanti.
Per le vacanze di Natale don Vito ci assegnò il compito di gambizzare un prete. Risolvemmo la questione in un quarto d’ora, poi fummo liberi fino all’Epifania.
Quando don Vito volle incontrare i nostri genitori ebbe solo buone parole. Avevamo il futuro assicurato.
Al termine del primo anno don Vito ci promosse e passammo dal pizzo alla cocaina. Al secondo anno ci aggiunse la gestione della prostituzione. Al terzo lo accompagnavamo alle riunioni col sindaco e lo assistevamo nella scelta dei siti per lo stoccaggio dei rifiuti tossici industriali.
Quando mio fratello uccise don Vito fu chiaro a tutti che avevamo raggiunto la Maturità.
Quando poi io uccisi mio fratello allora divenni a mia volta insegnante. Mi scelsi due giovani di belle speranze e ne feci i miei allievi.
“Seguite il mio esempio, prendete appunti”.
Samuele Nava ci scrive: "Ho pubblicato un racconto su fantascienza.com e Delos Science Fiction, dopo essere stato finalista al premio Robot, terza edizione 2008 ("Siamo nati per morire") e precedentemente, con "Notizie dall'infinito", al premio Galassia, quarta edizione 2007. Nient'altro."
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