E' giunta alla sua Terza edizione la manifestazione biennale che si misura di volta in volta con un tema di carattere universale, La Fabbrica dell'Uomo 2009, che propone spettacoli teatrali, musicali, incursioni nell'arte visiva ed eventi collaterali. La Fabbrica non è solo un festival, ma un progetto a tutto tondo che in virtù di un forte intreccio tra le diverse discipline, cerca di assecondare o sollecitare le esigenze di un pubblico sempre più "contaminato" nelle sue aspettative culturali.
Nel 2005 il tema portante è stato quello dei Nuovi scenari dal mondo del lavoro, seguito nel 2007 da Identità e Passioni: le nuove stagioni del desiderio; per l'appuntamento del 2009 si é scelto il tema Incanti e disincanti.
Nel contesto del Festival di teatro sarà presentato anche uno spettacolo ispirato all'omicidio Reggiani avvenuto a Roma.
Romolus-correct politically show è del regista romeno Andrei Feraru, connazionale dell'omicida condannato a 29 anni di carcere. Sarà in scena dal 25 giugno al 4 luglio.
L'aggressione e l'uccisione di Giovanna Reggiani per mano di Nicolae Romulus, avvenuta il 1° novembre 2007, costituisce il motivo di fondo ricorrente dello spettacolo Romolus-correct politically show, produzione del festival.
L'eclettico spettacolo, firmato dalla regia di Andrei Feraru e dall'allestimento scenico di Patricia Feraru, andrà in scena dal 25 giugno al 4 luglio al PAC, (Padiglione d'arte contemporanea), alle ore 21.30 e con riposo l'1 luglio.
I testi sono di Lia Bugnar, Peca Stefan, Massimo Bavastro, Ana Candida de Carvalho Carniero, Silvana Grasso, Katia Ippaso, Sara Pessina e brani tratti da Anestesia locale di Günther Grass.
I personaggi in scena esprimono, ciascuno, una reazione personale e singolare al fatto di cronaca, attraverso un gioco di sovrapposizioni e parallelismi, fornendo una veritiera chiave di lettura dell'avvenimento.
Lo spettacolo è tutto giocato sulle reazioni e le manipolazioni spesso contrastanti che i testimoni offrono del caso; si va così da chi era presente e decide di testimoniare, a chi, invece, non ne vuole sentire parlare, a chi fornisce una versione "accattivante" che possa far presa sugli uditori.
Le polifoniche voci che costituiscono il corpo del testo drammaturgico sono le voci "italiane", le voci "rom", le voci "rumene", quelle "internazionaliste" e, infine, quella "mitica" di Romolo e Remo, per un teatro dentro al teatro.
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