L’Almanacco del Giallo 2009 della Sergio Bonelli editore presenta una storia a fumetti in cui Julia è ancora una giovane studentessa di belle speranze, che il professor Cross, docente di criminologia, porta con sé per farle imparare il mestiere direttamente sul campo. È così che i due si ritrovano di fronte a un cadavere ripescato dalle profondità di un pozzo. Il corpo, rovinato dalla permanenza in acqua e distrutto dalle torture subite, viene identificato soltanto grazie a un tatuaggio. Mentre indaga sul passato della vittima, Julia conosce il coinquilino del ragazzo trovato morto, Eldred Herron, un romanziere emergente che non manca di esercitare il suo fascino sulla giovane, futura criminologa…
Ad arricchire l’Almanacco ci sono poi ottantadue pagine a colori dedicate allo scrittore americano James Ellroy, al cinema noir di Jules Dassin e ai giornalisti investigatori, oltre a una panoramica sui libri, i film, i telefilm e i videogiochi a tema giallo usciti negli ultimi dodici mesi.
Almanacco del Giallo 2009 (Sergio Bonelli Editore) Il caso della luna nel pozzo - Soggetto: Giancarlo Berardi - Sceneggiatura: Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero - Disegni: Steve Boraley - Copertina: Laura Zuccheri
Alcuni estratti:
Tutti gli uomini del Re Nero di Maurizio Colombo
"Ancora oggi, certi cinefili irriducibili, ma poco informati, si ostinano a pronunciare il nome e il cognome di Jules Dassin alla francese (ossia “Giuls Dassèn”), convinti che si tratti di un maestro del noir d’Oltralpe, dato che una delle sue opere più famose, Rififi, fu una produzione interamente “made in France”. Per la verità, il regista di cui vogliamo occuparci in questo dossier era americano fino al midollo (o quasi). Jules Samuel Dassin nacque a Middletown (Connecticut) nel 1911, da una famiglia di immigrati ebrei originari della Russia. Iniziò facendosi le ossa come attore, autore di testi e regista... continua sull'Almanacco
Una “Dalia” piantata nel cuore di Giuseppe Lippi
"Nel giugno 1958, mia madre fu uccisa e l’assassino non fu mai scoperto. Le donne strangolate passavano l’eternità restando invendicate… Lei era uscita per andare a bere qualcosa con un amico e la mattina dopo il cadavere fu trovato in una strada laterale, vicino al campo di football del liceo. Io avevo dieci anni e le mie curiosità riguardavano soprattutto il crimine: volevo sapere il PERCHE’ di quegli avvenimenti diabolici. Poi gli anni passarono… Adesso bevevo, mi facevo di droghe e commettevo piccoli, patetici crimini io stesso, pagandoli con pene di dieci, venti o trenta giorni in gattabuia. Rubacchiavo nei negozi, entravo nelle case private e, una volta lì, annusavo le mutandine delle signore...”. A darci questo ritratto di sé è James Ellroy, l’uomo che, in un paio di decenni, ha rivoluzionato il romanzo a sfondo criminale in America. Il terribile trauma dell’assassinio di sua madre lo segnerà per sempre, così come il carcere avrebbe marchiato Edward Bunker, la violenza nel West di Cormac McCarthy e la “dura legge” del Texas Joe R. Lansdale... continua sull'Almanacco
Il brivido dello Scoop di Gianmaria Contro
"È la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare un bel niente!”. È stato Humphrey Bogart a lasciarsi sfuggire – accompagnandola con il suo eterno sogghigno amaro – la battuta che avrebbe segnato per sempre l’immagine del giornalismo cinematografico. Tanto per chi l’ha sentita sibilata dalla sua voce nasale (“That’s the Press, baby. And there’s nothing you can do about it”), quanto per chi l’ha apprezzata nell’inflessione calda e misurata del suo doppiatore italiano, l’attore Emilio Cigoli, quella sentenza è rimasta scritta nell’aria come un monito rassicurante e minaccioso nel contempo. La stampa – che oggi possiamo chiamare “l’impero multimediale dell’informazione” – ha le sue leggi... continua sull'Almanacco.
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