Il 2008 se n'è andato portando con sé uno dei più grandi autori del genere noir: il maestro indiscusso Donald E. Westlake. A partire dal 28 maggio, Alacrán regala al pubblico una nuova occasione per apprezzare la genialità delle sue trame: esce l’inedito L’esca, un thriller psicologico di grande presa che dona al lettore un cinico spaccato del mondo dell’editoria, spietato nel consumare idee e talenti e nel creare miti a proprio uso e consumo.
Una coppia di amici, entrambi scrittori, due vite quasi parallele: Bryce Proctorr è all’apice della carriera, famoso, ricchissimo, ma un difficile divorzio ha paralizzato completamente la sua creatività; Wayne Prentice non ha mai smesso di scrivere, ma riesce appena a sbarcare il lunario. Ed ecco che il problema dell’uno diventa la soluzione dell’altro, e Bryce avvicina Wayne con una proposta: dividerà con lui un anticipo da un milione di dollari se l’amico gli cederà il suo ultimo manoscritto. E se gli ucciderà la moglie. Il sangue segna l'inizio di un viaggio senza ritorno...
Westlake, da abile narratore, appassiona il lettore sin dalla prima pagina, trascinandolo in una vicenda dai risvolti sempre inaspettati. L'esca, nel gergo letterario, è proprio l'aggancio narrativo, la tecnica che consente allo scrittore di catturare l'attenzione di chi legge. Bryce, il protagonista, ha bisogno di un'esca per continuare a scrivere opere di finzione, e invece ne trova una nella realtà: l'idea di far uccidere a Wayne la propria moglie. Ma tanto è facile tenere le redini della storia quando si scrive, quanto è impossibile farlo nella vita reale, e gli eventi sfuggono al suo controllo.
“Quanto era stato stupido a fare quella proposta a Wayne Prentice! Come poteva essersi messo a nudo in quel modo, essersi posto alla mercé di qualcuno che conosceva appena, anzi, non conosceva affatto?.”
E se Wayne avesse deciso di spifferare tutto? Di andare da Lucie? Di rilanciare la sua carriera facendo sapere all’universo intero che Bryce Proctorr gli aveva offerto mezzo milione di dollari per fargli fuori la moglie? Poteva applicare la legge della missilistica: innalzarsi dando una spinta verso il basso. Wayne Prentice si afferma affondando Bryce Proctorr.
Gli pareva di aver ideato un episodio da inserire in un romanzo, ma un romanzo alquanto scadente. Probabilmente Prentice l’aveva preso per pazzo, e magari lo era davvero. Gli era saltata in testa un’ideuzza e lui si comportava come se fosse un fatto reale, perdio. La metteva in scena come se l’immaginazione potesse diventare realtà. Lascia l’idea fra le tue carte, si disse Bryce. Ma era troppo tardi
“Dalla penna del più Grande tra i Grandi ecco L’esca, un romanzo da cardiopalma, pieno di sobbalzi e curve insidiose, che include una tra le scene di omicidio più terrificanti mai scritte. Westlake fa faville… e allo stesso tempo atterrisce.” Stephen King
Donald Edwin Edmund Westlake, nato a Brooklyn il 12 luglio 1933 e scomparso a San Tacho (Messico) il 31 dicembre 2008, è considerato uno dei più grandi giallisti di tutti i tempi, maestro insuperato dell’introduzione dell’humour nelle trame poliziesche. Centoquattro sono i libri di cui è autore, per lo più ambientati nella sua New York, da quindici dei quali sono stati tratti film come La pietra che scotta con Robert Redford e Payback con Mel Gibson. Per la sceneggiatura di Rischiose abitudini (1990) ha ricevuto anche una nomination agli Oscar. Westlake è uno dei due soli scrittori che hanno vinto tre volte l’Edgar Award in tre differenti categorie: la prima volta nel 1968 per il romanzo Un bidone di guai (1967), la seconda volta nel 1990 con Too Many Crooks premiato come migliore racconto, la terza volta nel 1991 per la migliore sceneggiatura (Rischiose abitudini). Nel 1993 ha ricevuto il titolo di Grand Master, massimo riconoscimento assegnato dall’associazione Mystery Writers of America. Nei gialli scritti sotto il suo nome ha raccontato le divertenti gesta del ladro geniale e sfortunato John Dortmunder. Ma per mascherare la sua prolificità (pochi credevano che potesse scrivere così tanto, 35 libri solo negli anni ‘60) ha usato anche gli pseudonimi di Tucker Coe, Samuel Holt, Edwin West e Richard Stark. Proprio sotto quest’ultimo pseudonimo, l’autore ha scritto la fortunata serie con protagonista l’enigmatico fuorilegge Parker, di cui Alacrán pubblica le avventure inedite in Italia, ultima in ordine di tempo: L’ultima Corsa nel novembre del 2008.
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