Senza un attimo di respiro…
Sotto un cielo cremisi di Joe R. Lansdale, Fanucci 2009.
I due si chiamano Hap e Leonard (a cui muore un armadillo). Poi c’è Marvin e poi c’è Gadget sua nipote. Che deve essere liberata dalle grinfie di uno spacciatore e ricondotta fra le braccia del nonno. Conclusione botte da orbi, un cane che se ne vola dalla finestra, una pistolettata in una gamba e un bel po’ di cocaina che va a finire nel cesso. Fine della partita e inizio di un’altra un po’ più dura. Con gli amici degli amici e un paio di poliziotti che di poliziotto hanno solo l’uniforme. Se poi ci si mette di mezzo anche L’FBI, un pentito di Mafia e un killer killer (Vanilla Ride) di quelli duri duri siamo tutti. Di rinforzo Tonto e Jim Bob.
Non manca certo il movimento (anche lungo il fiume), corse, salti, ancora legnate a go-go, sparatorie inframmezzate da momenti di amore (vedi Hap e Brett), ricordi di storie brutali (Tonto) dove il Destino è barbaro e cieco e una realtà che più nuda e cruda non si può.
Prosa frizzante, veloce, ironica, leggera, costellata di battute e invenzioni rare che molto hanno a che vedere con il sesso e il turpiloquio. Eccone una tanto per dare un’idea “Tanedrue perse i sensi più in fretta di un ottantenne asmatico che s’incula una pecora in un fienile senza un briciolo d’aria”. Essendo un asmatico, anche se non ancora ottantenne, il paragone mi si è presentato di una efficacia sbalorditiva.
Mi immagino l’imbarazzo di Luca Conti nel tradurre i vari turpiloqui. Idea geniale quella di infilarci pure il romanesco.
Ah, i due sanno anche giocare a scacchi… E allora il libro va proprio acquistato.
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