Ci sono uomini la cui vita è interamente dedicata ai libri, alle leggere pergamene consunte dal tempo, alle resistenti legature, al susseguirsi delle edizioni, alla compilatura di schede, alla ricerca di quell’unico inestimabile introvabile volume, è questo il mondo dei bibliofili e dei librai antiquari in cui ci introduce Il libraio di viale Mazzini, di Claudio Maria Messina, pubblicato da pochi mesi dalla Robin edizioni nell’interessante collana La Biblioteca.
La vicenda è un giallo della migliore tradizione, che si articola in questo misterioso ed esclusivo mondo di collezionisti, di uomini disposti a tutto per inseguire il sogno della biblioteca perfetta, un mondo fatto di rancori e vendette, di fanatismo e scevro di scrupoli di fronte all’obiettivo di una vita.
In questa ristretta ed esclusiva cerchia di collezionisti e mercanti si compie un efferato omicidio e un furto di antichi volumi, che gettano in subbuglio l’intero mondo dei collezionisti romani. All’interno di questa intricata vicenda si muove Francesco Offenbach, libraio romano intorno a cui tutto sembra ruotare, e che serafico e fatalista (nella migliore tradizione della romanità) si troverà suo malgrado ad indagare sulla morte dell’amico/rivale Rinaldo Mares. Il tutto in un intricato susseguirsi di trame e sottotrame, fino all’inaspettato e drammatico finale, un vero e proprio colpo di teatro che tutto disvela e tutto ricompone in un tragico epilogo.
Quello di Messina è un libro complesso, non facile, scritto da un appassionato bibliomane, che non può non affascinare e coinvolgere tutti coloro i quali vedono nei libri molto di più di un semplice insieme di pagine. La sua scrittura e densa e complessa, avvincente e ben calibrata, i dialoghi serrati e convincenti, le descrizioni preziose e mai banali. Il suo apparente divagare descrittivo in realtà funge da elemento chiarificatore di un mondo ovattato e silenzioso che sembra permanere immutabile al trascorrere del tempo.
Tutto si dipana in un apparente semplicità che risulta ancor più apprezzabile se si considera l’oggettiva complessità di trama e temi trattati. Un vero e proprio pezzo di bravura narrativa.
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