L'insegna troneggiava luminosa dentro il buio. Non a caso c'era scritto KING e appena al disopra c'era una corona pulsante di lucine. Il Bar King era piazzato in fondo alla pineta notturna e afosa. Lui stava arrivando da dentro la solitudine assoluta dei pini affastellati, dentro cui aveva ucciso la ragazza. L'aveva uccisa con quel certo suo sorriso. Era il Killer sorridente (ma, fino a quel momento, questa qualifica la sapeva solo lui).
Entrò. La sala col bancone sul fondo era isolata più della pineta. Conati d'ombra ai margini. Nessuno dietro il banco. Poi s'accorse dei due vecchiastri che stavano seduti a fissarlo, imbronciati, e che poi ripresero a parlare animatamente tra loro. Apparve anche il barista. Un tipo triste, scoglionato.
Chiese una birra con quel certo suo sorriso, a cui il barista rispose con un sogghigno. Si sedette vicino ai vegliardi. Il barista gli servi la birra insieme al ciotolino dei salatini. Apprezzò con un cenno della testa e con quel certo suo sorriso. Dopo tanto battagliare, i salatini erano adatti al riposo del guerriero.
I due vecchiastri parlavano della difficoltà d'affittare alcunchè in pineta. Da alcuni anni era così, una situazione irreversibile. Niente più turismo. Pochi villeggianti. Sempre meno i proprietari delle ville e villette e bungalow ci passavano le vacanze nell'ex-felice litorale. Neanche un merdoso week-end! Necessario vendere. Affittare a meno, certo! Insomma la solita passione per il bene immobiliare, trasformata negli anni in cancro del mattone.
Lui drizzò le orecchie. Però! Non sarebbe stato male abitare con poco - e indisturbato - una di quelle villette in fondo a persi sentierucoli, sotto la pagode complici dei pini!
Chiese loro se sapevano dove si poteva affittare in quel bel posto... I due, facendo scricchiolare le ossa, si precipitarono al suo tavolino, sciorinando le foto di vari immobili disposti nel candido album della comunione rubato da uno di loro alla nipote.
Lui le assaporò una per una (le villette! che avete capito?!: il provvido nonnetto aveva tolto tutte le foto della paffutella nipote, non si sa mai...).
Scelse finalmente, modico affitto, quella che - ci giurava - sarebbe divenuta mesi dopo una delle più famose e efferate macellerie di donne dell'intero Paese. Con quel certo suo sorriso, lo promise a se stesso.
- Vuol vederla? - gli propose il vegliardo. Gli mise in mano una chiave, additandogli una vecchia bicicletta corrosa.
- Compresa nel prezzo... - Sorrise il vecchiastro, stupito dalla sua generosità.
Il killer sorridente ringraziò, inforcando la bicicletta. Si diresse verso la statale. Al di là da questa c'era appunto la parte di pineta più folta, con nel mezzo la villetta appena affittata.
Aveva a malapena percorso cinquanta metri della statale quando fu travolto da un camion.
Se ne stava ora schiacciato sull'asfalto, con un certo schiacciato sorriso a tutti denti.
Un po' malinconico a guardare bene, come si stesse rammaricando delle occasioni perse.
Graziano Braschi è stato, come umorista grafico e satirico, negli anni Settanta-Ottanta, uno dei tre redattori "storici" di Ca Balà. Dalla metà degli anni Ottanta si è occupato quasi esclusivamente di letteratura di genere (poliziesca, horror, gotica), recensendola su diversi quotidiani e riviste nazionali ed esteri. Ha curato oltre dieci antologie di racconti gialli ed horror, e due raccolte di saggi su Stephen King.
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