Dizionario Atipico del Giallo. Cosa c’è di atipico, in questo dizionario? Qual è il suo shining?

Atipico è tutto, intanto perché come dizionario non si preoccupa di fornire una rassegna completa di libri, film, programmi tv, homevideo, scrittori, personaggi, etc, del 2008. Ma fa una severa selezione ad unico e insindacabile giudizio di chi scrive. Poi perché il tipo di voci non rispetta assolutamente i canoni tipici dei dizionari, come nemmeno il tipo di scrittura. Sono piccole storie, addirittura interviste, esperienze personali. Abbiamo lasciato fuori mostri sacri che, a nostro giudizio, non meritavano di esserci e inserito sconosciuti che invece valeva la pena segnalare. E poi stroncature, digressioni sul genere a partire magari da uno scrittore o da un film, un po’ di storia del giallo… insomma un dizionario da leggere e non da consultare. Come dico spesso, rischiate di non trovare quello che cercate, ma di scoprire qualcosa di cui non conoscevate nemmeno l’esistenza e qui non tenetelo nello scaffale della vostra libreria per consultarlo, ma tenetelo sul comodino, per leggerlo la sera con una storia qualsiasi… magari una voce prima di dormire… Basta, per farsi definire “atipico”?

A questo lavoro hanno collaborato anche Claudia Catalli e Alessandra Buccheri. Come, nella pratica, vi siete divisi i compiti? 

Con Ale e Claudia, lavoriamo insieme da tempo. Alessandra addirittura è stata tra i fondatori  de “Il Falcone Maltese”, (parliamo della primavera del 2004) e Claudia ci ha lavorato più di due anni. Insieme abbiamo fatto anche due edizioni del “NoirBook”, l’annuario del Falcone e quindi diciamo che il DAG 2009, come lo chiamiamo noi, è un po’ figlio del NoirBook. Alessandra si è prevalentemente occupata delle voci e delle interviste letterarie, Claudia di cinema e homevideo, anche se poi abbiamo spesso sconfinato uno nel territorio dell’altro, insomma è stato un lavoro di squadra, come d’altronde siamo da anni abituati a fare.  

Alessandra Buccheri ha dichiarato, nel suo blog Angolo Nero: “Noi ci abbiamo messo la passione...” Quanto conta, la passione, nella riuscita di queste iniziative? E nella vita in generale? 

Passione? Per fare un’opera come questa, la passione è tutto. Ma non basta, perché il “Dizionario Atipico del Giallo” risultasse così atipico, leggibile come un romanzo, e non percepito come un semplice insieme di voci, ci sono voluti anche mestiere ed un certo background. E a questo ovviamente non sono estranee le esperienze che citavo prima, ma conta molto anche il “mestiere”. Io sono trent’anni che faccio il giornalista, che dirigo giornali o mi occupo della direzione editoriale di case editrici. Alessandra è ormai un punto di riferimento nel mondo del giallo nel web con il suo, ormai pluriennale “Angolo Nero”, il blog di riferimento per gli appassionati di genere. Claudia è una giornalista specializzata in cinema che scrive per quotidiani cartacei, on line, e che, pur giovanissima, ha una grande esperienza sia del mezzo che del genere. Nella vita? Beh, certo la passione ti spinge in una direzione o un‘altra, ma, come accennavamo, è anche quella che ti fa fare le nottate al computer, ma è anche grazie alla passione che alla fine si coronano sogni, come quello di vedere in libreria un dizionario sul giallo che fino ad oggi non esisteva.     

Qual è la voce più insolita/inedita/bizzarra?

Andatevi a leggere la voce di Batman, per il film “Il cavaliere oscuro” oppure quella che riguarda Davide Baldacci, sono degli esempi come in un dizionario “atipico” si possa raccontare un pezzetto della propria vita o dei retroscena editoriali divertenti.

Si tratta di giallo ma anche di thriller, mystery, noir, poliziesco. Generi e sottogeneri: cosa ne pensi delle diatribe in merito?

Intanto chiariamo, ma questo  gli amici di Thrilller Magazine lo sapranno già, che ci sono dei termini per varie lingue che io definisco “ombrello” perché al di sotto troviamo tutta una serie di altri termini che indicano specializzazioni o contaminazioni del genere stesso. Noi italiani diciamo “giallo”, come in  America parlano di “mystery”, oppure i francesi  lo chiamano “polar”.

Poi abbiamo i legal-thriller, le detective story,  i polizieschi, le spy story, i medical-thriller… e potremmo continuare chissà quanto. E questo un po’ è frutto di due forze diverse, una è la specializzazione del giallo in alcuni filoni specifici, e l’altra è il suo opposto, cioè la contaminazione che porta il giallo a confrontarsi e intrecciarsi con altri generi, come la storia, la psicologia di certi comportamenti o l’analisi sociale di determinate realtà. Secondo me questo tipo di contaminazione non è affatto estranea all’accresciuto e progressivo successo di cui il genere ha goduto in questi ultimi dieci anni. Addirittura spesso in un romanzo o in un film l’intreccio giallo di una trama è il mezzo, il pretesto per raccontare altro, ma questo ha finito per allargare la platea  e per far prendere confidenza con il giallo a tanti che prima ne erano distanti.

Ci dai una definizione esaustiva di noir?

Me la potrei sbrigare con la geniale definizione del grande scrittore americano Barry Gifford che, (sentito con le mie orecchie) in famoso convegno di tre giorni su cosa fosse questo tanto esaltato noir, affermò con un disarmante candore che non servivano tante parole e sentenziò: “Il noir è una storia che inizia male e finisce peggio”. Io sono pienamente d’accordo con lui, ma vorrei aggiungere che il noir non è propriamente un genere. E’ l’atmosfera con cui si racconta la storia, ma anche la cupezza e la mancanza di speranza dei personaggi, quel senso di ineluttabilità che si percepisce nel protagonista che magari lotta solo contro tutti, contro una società corrotta e inguaribile, consapevole di perdere, ma determinato a portare a termine il suo destino. Ma l’indefinibilità dei confini del concetto di noir, e un po’ anche il suo essere sfuggevole, rende difficile una definizione esaustiva… Potrei anche dire che “ognuno ha il suo personale noir…”

Visto che il titolo del tuo libro è un acronimo (DAG, Dizionario atipico del giallo), ti propongo un gioco. Improvvisami un acronimo di una parola a scelta.

Non sono mica Bartezzaghi o  Bergonzoni…. Comunque  ci provo, anche perché il mondo degli acronimi mi ha sempre intrigato. Come quello che ho trovato per il gruppo romano di giallisti di cui sono co-fondatore “RGF- Roma Giallo Factory”, o il gruppo che ho creato su Facebook, “DYLT – Do You Like the Thriller”. Vediamo un po’… intanto voltiamo il mio nome in  inglese, Morris Head, e poi vediamo cosa ne esce fuori…

Mistery On Rambling Romance IS Headless  Easy And  Deadly … me la sono cavata?

Complimenti, con quest’acronimo gli fai un baffo, ai due nomi citati! Sei stato direttore de “Il Falcone Maltese”. Ci racconti qualcosa di questa avventura?

Ci vorrebbe un po’ troppo. Posso dire che è nato dalla mia passione per il giallo  e dalla mia esperienza giornalistica. Non esisteva nessun giornale che facesse informazione sul mondo del giallo non limitandosi alla letteratura, ma spaziando nel cinema, nel mondo dell’homevideo, in quello televisivo, che prendesse in considerazione Internet, i tanti festival italiani e non, i premi, le performance teatrali, insomma tutto ciò che girava intorno al genere giallo. Ecco, credo che il merito de “Il Falcone Maltese” sia stato quello di colmare questo “bug informativo”. La rivista nata nel settembre del 2004 come trimestrale distribuito in libreria, diventò bimestrale e poi passò anche alla diffusione in edicola. In seguito venne l’annuario, il NoirBook, che faceva ogni anno il punto della situazione riepilogando i fatti dei dodici messi trascorsi. Io, per una serie di divergenze con l’editore, cui devo però dar atto e merito di aver creduto e supportato questa rivista, mi dimisi da direttore nel luglio del 2007 e il volo del “Falcone” finì lì. É stata un’avventura con grandi soddisfazioni personali e professionali e ancora oggi ricevo complimenti a posteriori e troppe volte mi sento ripetere, a distanza di quasi due anni dalla cessazione delle pubblicazioni, “…bisogna assolutamente che il  Falcone possa tornare in edicola” e io rispondo “Mai dire mai!”. 

 

Ci anticipi i tuoi  prossimi progetti?

Non lo faccio, di solito. Le mie fatiche letterarie con il ”Dizionario Atipico del Giallo”, sono arrivate ad otto, tra romanzi, biografie e biografie romanzate, romanzi tout court, e thriller canonici,  ma posso solo dire che nel futuro ci potrebbe essere un’iniziativa che riguarda un grande romanziere e giallista e poi un altro romanzo in cui sono coinvolti due geni: uno nel campo figurativo e uno in quello musicale. E poi, naturalmente, stiamo con Ale e Claudia già lavorando al DAG 2010 che, vedrete, riserverà delle sorprese.