Una raccolta di racconti dura, feroce, che colpisce dritto allo stomaco, che lascia sorpresi e meravigliati. Si tratta di cinque storie, cinque crudeli colpi di rasoio che tagliano procurando ferite profonde in chi legge. Cinque storie che riprendono e rielaborano (in maniera originale e dissacrante) i mostri dell’horror classico: l’uomo lupo, i zombie, il vampiro, la mummia e Frankestein. Questi racconti sono contenuti in Zombi Takeaway – Storie di ordinaria mostruosità - di Davide Garbero, antologia pubblicata dalla alacran edizioni nell’interessante collana Le Storie.

Questa per Garbero è la seconda antologia personale dopo l’inaspettato successo della precedente Lingue Morte (sempre alacran edizioni), che ha scatenato un vero e proprio caso letterario e di costume, per la crudezza e l’irriverenza dei temi trattati e del linguaggio utilizzato, della querelle editoriale si sono anche interessati i media nazionali, fra cui il Corriere della sera, lanciando così questo giovanissimo autore (ventenne) nel panorama letterario italiano.

In questo suo ultimo lavoro il livello dei racconti appare altalenante seppur di buon livello, la scrittura appare però in alcuni passaggi eccessivamente barocca, compiaciuta di se stessa, una maggiore linearità e asciuttezza del narrare, avrebbe sicuramente giovato alla scorrevolezza delle storie.

Le idee alla base dei racconti sono buone ed originali, alcune meriterebbero un maggiore spazio narrativo, potendo facilmente formare il nucleo primigenio di un romanzo, prova letteraria di più ampio spessore in cui speriamo che il giovane autore voglia quanto prima cimentarsi.

In quanto alle polemiche spesso scatenate in relazione alla crudezza delle immagini e delle terminologie utilizzate (ribadendo l’assenza di alcun preconcetto in relazione ad esse), laddove siano necessarie ad un maggiore incisività narrativa, queste sono benvenute. Purtroppo in molti casi i giovani autori, e ahimé, anche lo stesso Garbero in alcuni passaggi, le usano apoditticamente per stupire e scioccare, convinti spesso che urlare sia un buon modo per avere attenzione, quando invece spesso sono le parole sottovoce quelle che catturano mente e immaginazione (Clive Barker insegna come la paura passi attraverso brividi e sussurri).

In ogni caso questa fatica letteraria merita molta attenzione, perché sotto i calcinacci di una casa in costruzione, c’è del talento, che comincia ad emergere pagina dopo pagina.