Si celebra quest’anno, il 19 gennaio, il bicentenario della nascita di Edgar Allan Poe. Mostre commemorative, statue da erigere, monete celebrative, conferenze, centinaia di nuove pubblicazioni. Il Poe Museum di Richmond dedicherà ben due settimane al bicentenario, gli eventi del Celebreting 200 years sono già “sold out”. A New York e Baltimora, come in altre città americane, i biglietti per i party a tema, con letture e rappresentazioni dell’opera di Poe, torte con candeline e visite guidate al cimitero, il Westminster Burying Ground, sono andati letteralmente a ruba. È follia collettiva o amore incondizionato? Per quello che viene definito più di un semplice Poeta: un genio.
Dopo duecento anni non sembra ancora nato uno scrittore capace di sostituirlo nella fantasia popolare. Forse potrebbe farcela Stephen King ma, per quanto sia definito il Re del Terrore, è ben lontano da possedere la capacità di spaziare a 360° su tutto quello che più ci inquieta.
Nel racconto che vi presentiamo (rubriche/7534), l’uomo di burro, scritto da Massimo Cavezzali e Sauro Ciantini, il personaggio di Davide Tatorino siede davanti a un appassionato collezionista di Poe. Dovrebbe sentire odore di guai ma un forte profumo di frittelle appena sfornate lo distrae.
Pareti verniciate di nero, c’è il gatto nero che uno s’aspetta, e una nebbia fitta che fa scomparire strade e marciapiedi.
Uno sparo.
Dal buio compare un inedito giovanile di Poe.
Sicuramente un evento d’importanza mondiale: un autentico scoop! In grado di scoperchiare le tombe e far venire i brividi perfino al grande e tormentato scrittore americano.
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