Un’enorme quercia che si erge maestosa e misteriosa su un verde declivio di campagna della Francia meridionale. Un paesaggio come tanti, una visione placida e bucolica per molti, ma non per tutti. Per alcuni individui quell’albero si cosparge di lingue di fuoco che guizzano feroci fra i rami, si accende di una luce maligna che lo fa risplendere nella notte, per annunciare lutti e sventure. La visione dell’albero in fiamme è infatti un segno nefasto, un presagio di morte, colui che si trova assieme a chi ha la visone morirà nell’arco di pochi mesi.

E così quell’albero magico, maledetto, profetico, condiziona e scandisce l’esistenza degli abitanti del piccolo villaggio di Montfurn, mentre intorno a lui si muove un’allegra girandola di individui, dal presuntuoso sindaco Polycarpe Truche, alla sua signora dall’elefantiaca mole, al misterioso vice-sindaco monsieur Constantin dall’oscuro passato coloniale, alla falsa innocenza del vecchio papà Tasse, tutti in qualche modo legati da un insano rapporto al misterioso albero.

L’albero di Pierre Magnan appena pubblicato dalla Robin edizioni nella nuova collana della Biblioteca del mistero è un romanzo breve dalle forti connotazioni fantastiche. Magnan conosciuto in Italia per aver creato il commissario Laviolette, pacifico e arguto investigatore delle più belle contrade provenzali, non rinuncia nemmeno in questa sua prova letteraria al suo amato protagonista. Tutta la vicenda è infatti un ricordo del buon commissario, che ferocemente attaccato alle sue origini, ripensa alla curiosa e misteriosa storia che da bambino gli raccontò suo nonno.

La struttura del romanzo è solida e inappuntabile, frutto di mestiere e talento. I dialoghi freschi e spiritosi delineano animi e vicende accompagnandosi abilmente a scorci di paesaggi, a declivi erbosi, a boschi verdi d’estate o nudi d’inverno.

La narrazione di Magnan è articolata pur rimanendo sempre fluida e di grande impatto emotivo, le descrizioni di luoghi e paesaggi sono vive e cariche di colori e profumi della campagna francese. I personaggi sono tutti originali, ben costruiti, sfaccettati e carichi di una profonda umanità.

Un romanzo che partendo dalla pagina scritta arriva agli occhi, alla mente, al cuore di chi legge, riempiendoli delle visioni di una campagna dolce e passata, misteriosa e amata, facendo conoscere uomini e donne, vivi e concreti, che amano e odiano, che soffrono e gioiscono, che accompagneranno per molto tempo la mente del lettore.

Una splendida prova letteraria.