"Correte, mi è scoppiato un carciofo in mano. È stato Unabomber, aiutatemi". Non è cabaret di pessimo gusto, ma quanto registrato nella chiamata al 113 che la sera del 4 marzo ha convogliato una flotta di auto con lampeggianti sotto la casa di questa casalinga di Belluno, rimasta fortunatamente illesa. Da Venezia arrivano anche i tecnici del Gruppo Interforze costituito per dare la caccia al terrorista che da anni semina dolore e follia in tutto il Nordest.
Non si tratta di Unabomber, concludono i poliziotti dopo una rapida ricognizione. È stato il carciofo, carico di zolfo usato come antiparassitario, precisano, aprendo scenari non meno inquietanti. Anche perchè si viene a sapere che - negli ultimi tempi - non è un caso isolato: altri carciofi sono esplosi a Trieste e a Bologna (Il Gazzettino del 6 marzo).
In realtà i serial-bau bau che fanno titoli a nove colonne germinano in una terra desolata, venefica, ingombra di idoli caduti (la religione, i facili guadagni, il culto del successo), e in balia di disperazioni oggi alimentate dai demoni di una nuova ed efferata povertà ("Ci si indebita per comperare perfino il pane", Il Gazzettino del 5 marzo). Prendete Giancarlo Simoni, 46 anni, da Bassano, che una mattina si presenta all’Unicredit di Rossano Veneto, a chiedere un prestito. Visto che la banca non glielo concede, decide su due piedi di rapinarla: così, a volto scoperto, armato di un coltello arabo da puntare qua e là fino a farsi consegnare 4mila euro con cui fuggire per mezz’ora prima di essere arrestato dai carabinieri (Il Giornale di Vicenza del 4 marzo).
Se Simoni non lascia intravedere attenuanti, diversi pensieri suscitano gli imprenditori raccoltisi attorno a Piergiorgio Medana, ex presidente nazionale della Confartigianato dell’occhialeria. "Tassi alle stelle, banche come usurai", titola La Tribuna di Treviso del 4 marzo riferendosi alle otto aziende che hanno aderito all’appello, lanciato da Medana, di denunciare vari istituiti di credito per danni, dovuti a interessi definiti "usurari". I prestiti sono stati erogati dopo la pesante crisi scoppiata un paio di anni fa nel settore, e secondo Medana, che solo per la sua azienda pretende un risarcimento di 300mila euro, hanno significato il colpo di grazia alla rinomata tradizione dell’occhialeria triveneta.
Sullo sfondo altre rovine. Come quelle dello sfascio quotidiano di Trenitalia. Dove non si apprende solo del "Treno guasto, fuga dal finestrino" (Il Gazzettino del 19 febbraio), con riferimento ai poveri pendolari "evasi" in questo modo dal convoglio-prigione bloccatosi alla stazione di Vittorio Veneto. C’è anche "La rotaia era spezzata di netto" (Il Mattino di padova del 4 marzo), e fortuna che il macchinista dell’interregionale Monselice-Mantova ha frenato prima che la piccola stazione di Saletto diventasse teatro di una nuova tragedia ferroviaria.
C’è anche chi cerca di offrire nuove prospettive in un paesaggio così disastrato. L’assessore alla caccia della Provincia di Venezia, Luigi Solimini, firmatario della delibera con cui apre nel Nordest la caccia alla volpe appena messa al bando perfino in Inghilterra (Il Gazzettino del 4 marzo). Si dirigono - ovviamente a cavallo - verso la campagna di Asseggiano e Vigonovo i fantasmi dei vecchi, adorabili gialli di Agatha Christie.
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