Nel nostro salotto letterario virtuale abbiamo ospitato mese dopo mese autori e opere sempre diversi, peculiari ciascuno a suo modo. Grazie a loro abbiamo affrontato argomenti variegati e interessanti, assaporando le commistioni tra la letteratura e altre forme d'arte: la musica, il cinema, il gioco. Questo mese è, invece, la volta del fumetto, perché abbiamo il piacere di ospitare Giuseppe Di Bernardo, alla sua prima volta editoriale come autore di un'opera di narrativa dal titolo La lunga notte de L'Insonne (libri/7136/). Molti di voi conosceranno Giuseppe come disegnatore di Diabolik, come sceneggiatore di fumetti, ma oggi lo scopriremo anche in veste inedita, divertendoci a esplorare il suo rapporto con la scrittura, ma soprattutto come i due mondi del fumetto e della letteratura si sovrappongano e convivano.
Per prima cosa grazie mille Giuseppe per essere qui, mi fa davvero molto piacere, anche se, conoscendoti per altri lavori faccio fatica a vederti come un esordiente. Ma tu ti senti tale?
Ogni mattina quando apro gli occhi mi sento un esordiente al mondo. Sì, ovviamente. Nei fumetti lavoro dal 1994, ma per quanto riguarda la scrittura, sono come una verginella la prima notte di nozze. Lettori, fate piano. Con dolcezza.
Allora per introdurre i lettori a quelli che saranno alcuni temi di questa intervista e per metterti a tuo agio ti chiedo: raccontami il tuo libro in 6 vignette.
Tavola 01
Vignetta 1: Esterno notte. Vediamo l'insegna al neon di Radio Strega attaccata malamente al vecchio edificio del centro storico di Firenze.
Vignetta 2: Siamo dentro la radio. La bocca di Desdemona soffia il fumo che aveva aspirato dalla sua Goluase tenuta vicino alla bocca dalla mano di Desdemona.
DIDA: "Con chi ama la notte..."
Vignetta 3: Dettaglio. Una mano femminile, la mano di Desdemona, spegne una sigaretta nello scheggiato portacenere.
DIDA: "Con chi non dorme la notte..."
Vignetta 4: Adesso alziamo la nostra ipotetica macchina da presa. Nella cabina di regia c'è Fabio Ballerini, regista e, da sempre, amico di Desdemona. Il ragazzo fa un gesto come a dare la linea in direzione della dee-jay che resta fuori campo.
DIDA: "Con chi vive la notte..."
Vignetta 5: Qualcuno che non vediamo in volto ma che è armato di una pistola con silenziatore sta per aprire la porta della sala della diretta.
DIDA: "Desdemona Metus, L'Insonne, su Radio Strega!"
Vignetta 6: Primo piano di Desdemona che guarda il lettore parlando al microfono.
DESDEMONA: Benritrovate, anime notturne...
Sei furbo perché così, di fatto, non hai anticipato proprio nulla della trama del tuo romanzo… Dai raccontaci qualcosa di più della trama…
E' la trascrizione di una notte passata in compagnia di una dee-jay che ascolta e racconta storie dalle frequenze di una radio privata un po' vecchio stile. Si tratta di storie misteriose, inquietanti e notturne, piene di amore e morte. Desdemona, malgrado la sua giovane età, sembra sapere tutto della vita, ma quello che non sa è che qualcuno è partito da Milano per chiuderle la bocca per sempre.
Quindi, se volessimo a tutti i costi catalogarlo in un qualche modo, il tuo libro è un romanzo o un'antologia?
Entrambe le cose. L'idea di realizzare questo libro è venuta a Marco Del Bucchia, per il quale avevo già scritto due racconti neri, dopo aver letto un paio di storie brevi de L'Insonne scritte per gli "audio fumetti" in onda su Novaradio. I racconti erano pochi e serviva una cornice per amalgamarli, così sono nati i racconti più lunghi, come La cavalcata dei Magi e Ciò che saremmo dovuti essere, forse i racconti più strutturati e riusciti.
E le idee per gli altri racconti?
Le idee mi cascano in testa e non so proprio da dove arrivino. A volte, anzi spesso, è una canzone che mi ispira, oppure un evento misterioso, altre volte un fatto di cronaca. Spesso le mie idee arrivano da vicende personali. Facciamo qualche esempio. Il racconto Il custode è stata ispirato da alcuni passaggi di una canzone di Simone Cristicchi, dal titolo Angelo il custode, nel La cavalcata dei magi ho messo insieme due figure mostruose ma storicamente reali del nostro passato, lontane tra di loro ma che avrebbero potuto davvero incontrarsi nella Firenze del '400. Tempus fugit, invece, viene da una mia esperienza di vita e dalla mia fobia del tempo che passa. Insomma, nessun trucco per generare idee, solo il caso e una spiccata attitudine a collegare tra loro eventi e personaggi lontanissimi.
Quindi la stesura del romanzo non è stata organica e sequenziale, da quello che posso capire, ma ti ha richiesto anche un lavoro di ricerca prima e di incastro poi… Ha avuto una gestazione lunga?
I primi racconti sono stati scritti nel 2004, ma metà libro l'ho scritto da luglio a ottobre 2008. Molti racconti, quelli più brevi, soprattutto, erano già scritti e ho dovuto solo renderli omogenei con una cornice convincente. Li ho presi e lasciati molte volte, ma le storie continuavano a maturare nella mia testolina malata soprattutto durante le ore di jogging, il momento che preferisco per "creare". La cosa che mi spiace di più, è che ragioni di tempo, molte storie mi sono rimaste in testa.
Ora veniamo alla parte che più mi incuriosisce e cioè alla commistione del mondo del fumetto con quello della letteratura. Nel tuo caso questa sovrapposizione è molto forte perché tu sei diviso tra i due mondi e perché il tuo libro stesso è generato direttamente da L'Insonne. E' stato difficile gestire questo "sdoppiamento"?
Direi tre mondi, per la verità. Io sono un disegnatore, uno sceneggiatore e ora (e lo dico con molto pudore e vergogna) uno scrittore. Sembra impossibile, ma tengo i tre mondi separati: non disegno quello che scrivo e non ho neppure illustrato il libro che ho fatto. Si, probabilmente ho (almeno) due personalità che vivono indipendentemente. Vorresti sapere perché? Non lo so, obbedisco a un sentimento, non è una scelta ragionata. Son fatto così, seguo di più l'istinto che la logica, l'emisfero destro, rispetto al sinistro.
Però a pensarci hai voluto andare sul sicuro. Cerco di spiegarmi: hai deciso di esordire anche nella letteratura e ti sei accollato il rischio di buttarti in un'avventura nuova. Però ti sei buttato con il paracadute e cioè ti sei appoggiato a Desdemona, un personaggio già esistente, anche se in un'altra dimensione, e che ha un suo pubblico affezionato. Hai voluto ridurre la percentuale di rischio?
Scrivo solo quello che mi piace, e soprattutto mi piacciono le storie di Desdemona. Vedi, il percorso è stato diverso: non volevo diventare scrittore... volevo scrivere di Desdemona. Si trattava di una esigenza che partiva dal personaggio stesso. Il romanzo è nato per amore di Desdemona, per darle una occasione in più di vita. Lei me lo chiedeva... Sento la sua voce nella testa! No, dai, sto scherzando, però, per capire cosa intendo vi rimando ad Anima di china, uno dei racconti contenuti nel libro. Un racconto davvero autobiografico.
Che differenza c'è tra disegnare e scrivere?
Disegnare è difficile, ma scrivere è massacrante.
Cioè?
Nella sceneggiatura per un fumetto, le suggestioni sono affidate al disegnatore, che le comunicherà con il tratto, le inquadrature ecc. Il compito dello sceneggiatore è quello di dare il ritmo e scrivere dei bei dialoghi. Quando mi son trovato a scrivere un racconto vero e proprio, ho fatto una terribile fatica a descrivere quello che vedevo con le parole. La mia testolina non è molto analitica, non si sofferma. Devo rincorrerla, le interessa il succo delle cose e passa oltre. Pessima attitudine.
Il rapporto a doppio giro con il fumetto si vede anche da un altro aspetto. Il volume è impreziosito da quindici tavole di disegnatori a te ben noti. Come hai selezionato i disegni? Sono stati realizzati appositamente?
Ho chiesto ad un po' di colleghi fumettisti chi fosse disponibile a realizzare una illustrazione per un libro su Desdemona. Hanno risposto "presente" quasi tutti, così ho selezionato un racconto per ogni illustratore e gliel'ho spedito. Dopo qualche settimana sono arrivati gli elaborati, tutti bellissimi, ovviamente. E' stato bello vedere l'enorme disponibilità e affetto che hanno avuto nei confronti di Desdemona.
Ma facendo un bilancio l'esperienza è stata positiva? Lo rifarai?
D'istinto direi di no. Ma so già che cambierò idea. Come dicevo ci sono delle storie che sono rimaste nel cassetto. Alcune probabilmente diventeranno fumetti veri e propri, altre potrebbero essere l'inizio di un nuovo romanzo dedicato alla nostra dee-jay, anche se, una vocina dentro di me, mi sta seducendo per convincermi a scrivere un romanzo, magari sempre dedicato alla mia eroina, ma che abbia una struttura più classica e non sia composto da racconti brevi. Vedremo se mi farò sedurre.
Abbandoniamo per un attimo il rapporto tra fumetto e scrittura e parliamo semplicemente del romanzo. Presenta Desdemona a chi non la conosce.
Raccontarla non è semplice. Vive dal 1994 e un personaggio con quattordici anni sulle spalle comincia ad avere vita propria.
Desdemona è una dee-jay poco più che ventenne che vive avventure in bilico tra il drammatico e il paranormale, un po' Talk Radio un po' Ai confini della realtà. Le sue avventure hanno saputo conquistarsi negli anni scorsi, un entusiasta seguito di affezionati lettori e numerosi premi del settore, come il ComicUS e il PAy. Desdemona soffre di una strana forma di insonnia di origine traumatica, manifestatasi in seguito alla scomparsa della madre. La sindrome da cui è affetta, oltre a farle trascorrere in stato di veglia gran parte delle notti, le provoca stati di caos percettivo che giocano spesso un ruolo decisivo nelle misteriose vicende di cui è protagonista e che si svolgono prevalentemente a Firenze.
Per entrare più nel dettaglio citerei qualche brano del libro: "Non molto alta, ma snella e sottile, la ragazza, portava i lunghi capelli neri legati in una coda. La pelle era chiara, lunare, mentre i suoi occhi scuri, profondi, felini, cerchiati dal trucco che aveva il difficile compito di nascondere le occhiaie, erano un pozzo senza scampo per l'incauto che ci finiva dentro. (...) Ma Desdemona era diversa. Diversa dalle sue coetanee tutte shopping ed eventi mondani, diversa dalle ragazze più cresciutelle, impegnate a fare carriera o a farsi crescere il pancione, col complicato obbiettivo di trovare un ruolo dignitoso nella società. Sì, Desdemona era diversa e se ne fregava. Studiava medicina con scarsi risultati, perché per lei, prima di ogni altra cosa sulla faccia del pianeta, c'era il suo piccolo mondo. Un universo in cui esisteva solo il microfono, le sue immancabili sigarette e la sua voce notturna: il canto di una sirena, sensuale, profondo e misterioso, pieno di inquietudini e di segreti."
Sei innamorato di Desdemona?
Desdemona è l'unica figura femminile di cui la mia ragazza è seriamente gelosa. Non so se rappresenti il mio lato femminile o la mia donna ideale, ma sta di fatto che io senza di lei non riesco proprio a vivere.
Chi sono gli altri personaggi?
Fabio Ballerini è il regista della radio, ma anche l'amico più importante di Desdemona. Poi c'è il Boss, il proprietario dell'emittente, sempre burbero e irascibile ma con una brutta storia alle spalle. Poi ci sono i "cattivi", o presunti tali, Tango e il Bestia, legati alla malavita milanese e Anja, una prostituta Kossovara, il personaggio più magico. In fine c'è Radio Strega, la vera protagonista della vicenda.
Che ruolo gioca Firenze?
"Firenze stanotte sei bella sotto un manto di stelle..."
Firenze è una città strana, famosa nel mondo come la patria dell'arte e della moda. I turisti vedono le opere d'arte e i negozi di lusso dalle vetrine scintillanti. Ma c'è una città nascosta, fatta di bugnato grigio nelle strade strette, fatta di crimini orrendi compiuti tra gli olivi delle colline circostanti. Sono anni che i fiorentini convivono con una sorta di dualismo schizofrenico, combattuti tra la città del bello e la città del Mostro. Desdemona per certi versi dice proprio questo.
Scegli un colore per il tuo romanzo.
Nero come la notte, giallo come i polizieschi, rosso come il sangue, indaco come il colore degli iniziati.
E' più facile imbastire un incipit convincente o impostare le basi per una tavola?
Per me, impostare le basi di una tavola a fumetti, è naturale e molto facile. Scrivere l'incipit di questo romanzo, mi ha fatto lacrimare sangue. E alla fine ho chiesto aiuto.
Inventa uno slogan per convincere i lettori a leggere il tuo libro.
"La lunga notte de L'Insonne. E l'oscurità ti scorrerà nelle vene."
E adesso giochiamo all'"aut/aut": scrivere o disegnare?
Per uno schizofrenico l'aut/aut è una sofferenza enorme. Comunque, disegnare, che è un altro modo di scrivere.
Desdemona o Diabolik?
Diabolik di giorno, Desdemona di notte.
Carlo Lucarelli o Stefano Benni?
Quando avrò lavorato anche con Benni potrò decidere.
Colori o bianco e nero?
Bianco e nero. Con una goccia di rosso.
Infine concludiamo con la più classica delle domande, visto che la fantasia l'ho esaurita tutta poco sopra: quali sono i prossimi progetti?
Per quanto riguarda i fumetti, porterò avanti la serie de L'Insonne con le Edizioni Arcadia, continuerò a scrivere i soggetti di Cornelio-Delitti d'autore con Mauro Smocovich e Carlo Lucarelli, e soprattutto disegnerò Diabolik. I primi mesi estivi li passerò a insegnare alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Insegnare mi piace moltissimo e si sa... "chi non sa, insegna". Progetti futuri? Una versione molto alternativa della storia di Jack lo squartatore per il mercato francese e un mio vecchio pallino, una miniserie "bonelliana" dal titolo 2012 sulle paranoie da fine del mondo e sui miti del complottismo mondiale. Troverò un editore che me la produce?
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID