IL romanzo non è certo una novità editoriale ma forse lo è l’autore, presente al festivaletteratura di Mantova del 2008.
E’ stata una piacevole sorpresa per l’originalità dello stile e per il modo di narrare. Jean Echenoz mixa vari generi letterari, li amalgama, li fonde e il prodotto che esce è molto interessante. Si tratta di un romanzo che è insieme di viaggio, con la narrazione di un viaggio sul Mar Glaciale Artico, di avventure erotico-sentimentali perché Ferrer, il protagonista, somiglia molto a Bertrand de L’uomo che amava le donne di Truffaut, c’è un furto di opere d’arte da cui si diparte un’indagine di polizia, uno scambio d’identità, insomma una trama da polar.
E poi c’è il personaggio Ferrer, complesso e contraddittorio, sempre in fuga da se stesso, descritto nelle sue azioni come se fosse seguito costantemente da una macchina da presa.
Tutti gli elementi e i generi letterari sono tenuti insieme da una prosa poetica che da sola basterebbe a fare di Me ne vado un bel romanzo. Non a caso Echenoz vinse nel 1999 il Premio Goncourt.
In precedenza Echenoz aveva pubblicato Un anno in cui sviluppa una trama con tre personaggi che poi riprende in Me ne vado, in un gioco di specchi e di rimandi davvero curioso.
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