L'uscita di un nuovo romanzo di Andrea Camilleri porta con sè sempre un carico di aspettative da parte dei lettori. Se poi il romanzo in questione ha come protagonista il Commissario Salvo Montalbano le aspettative di cui sopra salgono a dismisura.

Purtroppo, però, non sempre ciò che si aspettano i lettori corrisponde a quello che l'opera offre e non sempre si resta soddisfatti di quanto ottenuto.

E' quello che è successo con l'ultima fatica di Andrea Camilleri, L'età del dubbio, nuova avventura del suo eroe più famoso.

Una mattina viene trovato nel porto di Vigàta un canotto, all'interno il cadavere sfigurato di un uomo. Quella stessa mattina un nubifragio si abbatte sulla città e Montalbano incontra per caso una strana ragazza, timida e slavata, che in qualche modo, però, lo colpisce.

Da qui prende le mosse la nuova indagine di Montalbano, un'indagine tutta marina, dove i misteri e gli intrighi sono più grandi di quando ci si possa immaginare e nella quale il commissario metterà, ancora più a fondo, in discussione se stesso.

I dubbi, però, che impregnano la storia, restano anche al lettore una volta terminato il volume. Come sempre le pagine scorrono piacevoli e rapide, lo stile e le rassicuranti consuetudini non mancano, ma, nel complesso la lettura non appaga fino in fondo.

La parte dedicata all'indagine vera e propria è sfilacciata e poco strutturata, proprio perchè all'autore interessa maggiormente concentrarsi sulle vicende interiori del personaggio, creando una spaccatura tra le due parti. Montalbano ormai affronta quotidianamente il confronto con la vecchiaia incipiente, ma quello che davvero lo sconvolge è l'incontro con una "collega" della marina, per la quale prova sentimenti nuovi e travolgenti.

Purtroppo a questo aspetto l'autore decide di sacrificare tutto il resto e così, a fronte di una lettura scorrevole, il lettore non ritrova quello che davvero ha sempre caratterizzato l'opera di Camilleri: la Sicilia vera, che trasuda dalle pagine, popolata da uomini, donne, amici, mafiosi, un Fazio sempre fedele, una Ingrid bella e provocante, un Catarella sempre pasticcione...

Purtroppo non si riconosce in queste pagine l'opera di un maestro che ha saputo tante volte distinguersi dagli altri, ma quella di un autore onesto e competente, ma che non lascia le forti emozioni a cui i lettori erano in passato abituati.

Voto: 2,5 stelline